Lazzaretto cerreto guidi chiesa di santa maria della neve-1

LAZZERETTO - Proseguiamo con il nostro viaggio alla scoperta delle vicende registrate dopo la conclusione del primo conflitto mondiale e ci fermiamo oggi nella piccola realtà parrocchiale di Lazzeretto nel comune di Cerreto Guidi, oggi attiva parrocchia della Diocesi, sempre seguendo il filo cronologico degli episodi così come ci sono stati trasmessi dalle testimonianze scritte rimaste. Anche qui i parrocchiani, privi al 1928 di un campanile, non vollero stare a guardare e qualche anno dopo il termine del conflitto si adoperarono, guidati dall’allora parroco don Italiano Bocini, sacerdote e combattente nella Grande Guerra, per la costruzione della propria torre.

I compaesani di Bassa erano riusciti nell’intento di costruire un elegante e imponente campanile, i “lazzerettani” non volevano essere da meno, così il parroco in prima persona si era adoperato per la costituzione di un “Comitato pro campanile e campana votiva”, i cui documenti si conservano nell’archivio parrocchiale, inventariato dallo scrivente nell’anno 2008. La notizia della fusione di quattro grosse campane risale al 7 ottobre del 1928 quando dalla Fonderia Casantini & Lera, di Lucca, giunsero i sacri bronzi installati su un campanile ligneo artisticamente eseguito da un bravo falegname del paese. Passato un anno e siccome il popolo non voleva continuare a essere oggetto dello scherno dei passanti – la chiesa si trova sulla strada maestra, la via provinciale che conduce a Lamporecchio – che ridicolizzavano i residenti per il piccolo campanile di legno, si decise di costituire un vero e proprio comitato “pro campanile e campana votiva” formato da residenti del luogo. Ne facevano parte i signori Tozzini Sabatino, il parroco, Calugi Ermindo, Mazzei Alfonso, Donati Enrico, Cioni Tommaso, Cantini Gino, Antonini Rino, Coppinni Luigi e Tofanelli Antonio. La finalità era quella di reperire le somme utili alla costruzione del campanile e alla fusione di una campana votiva che ricordasse i defunti della prima guerra mondiale. Il lavoro fu lungo, i pagamenti registrati superano la distanza dei dieci anni dalla prima pietra, in una comunità sostanzialmente povera ma che dimostrò grande senso di appartenenza in quello che fu un vero e proprio evento storico per la frazione. Tanti cittadini misero a disposizione i propri “barrocci” per i viaggi e il trasporto di materiale, altri – manovalanza e “calcinai” – diedero il loro tempo libero per aiutare il comitato con le proprie mani, altri invece – i sottoscrittori – contribuirono con offerte periodiche che il comitato andava riscuotendo direttamente nelle case. Il 12 settembre del 1929 fu benedetta la prima pietra e fu murato un tubo in rame contenente la pergamena, insieme a tante benedizioni, riportante una lunga descrizione dell’evento. Conosciamo il testo commemorativo dall’articolo di giornale uscito sulla pagine della “Nazione” di quei giorni e lo riportiamo integralmente perché ci restituisce, insieme alla descrizione del momento, tutta la retorica del tempo e la lettura che ancora veniva data del primo conflitto mondiale come naturale prosecuzione del percorso di indipendenza dagli austriaci di ottocentesca memoria. “MCMXXVIII Anno VI E.F. L’anno del Signore 1928, addì 12 settembre regnando Sua Maestà Vittorio Emanuele III Duce del Fascismo Benito Mussolini, sul soglio Pontificio S.S. Pio XI, a Lazzeretto, Diocesi di San Miniato, Comune di Cerreto Guidi, Prov. di Firenze benedicente delegato vescovile il Molto Reverendo Italiano Bocini attuale Rettore di Santa Maria della Neve in Lazzeretto, da iniziativa del molto Rev. Priore e sotto gli auspici del Fascio di Combattimento e col consenso della popolazione tutta, viene gettata la prima pietra del campanile che dovrà reggere e far squillare la campana votiva dedicata ai caduti della quarta guerra di redenzione (1915-1918). Il Molto Rev. Priore e i membri del comitato la popolazione concorde nel volere e nello scopo del bene auspicando alle fortune della religione e della Patria, nel posare la prima pietra consacrata promettono di dedicarsi con zelo e amore all’opera iniziata”. Dalla perizia, conservata in archivio parrocchiale si evince che il costo per l’edificazione del campanile si aggirò intorno alle 6.160 £, esclusa la calce e la rena, e molta manodopera. In realtà non sappiamo davvero il costo totale dell’impresa e nemmeno quello per la fusione delle campane: la maggiore dedicata alla Madonna Neve, e una seconda, grande, ai caduti del primo conflitto. Oggi ancora rintocca la campana ai caduti, che ricorda nell’iscrizione i nomi di tutti coloro che contribuirono in paese alla fusione, mentre la campana votiva legata al titolare della Chiesa, Maria Santissima della Neve, riposa in un giardino privato e sarebbe auspicabile ovviamente il suo ritorno in parrocchia, almeno come testimonianza storica delle fatiche di tanti paesani per l’erigendo campanile e per la campane votive.

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