APERTURA SECONDA FOTOCERRETO GUIDI - Quando si dice «meglio avere tanti santi in Paradiso!». E Cerreto Guidi non può davvero lamentarsi. Stiamo parlando del singolare caso del borgo mediceo dove la scorsa settimana, ma per consuetudine che risale a tempo immemorabile, le scuole e gli uffici comunali sono rimasti chiusi per la «festa del Santo patrono» il giorno dopo la pasquetta. Appena vista la targa di chiusura sulla vetrina di un piccolo studio medico, ho iniziato una breve ricerca su questo culto, e sulla tradizione di festeggiare, il giorno successivo il lunedì dell’Angelo, san Vincenzo Ferreri. Come ogni piccola ricerca, anche questa è iniziata dalla raccolta di ricordi e di testimonianze popolari, di persone anziane, che hanno vissuto e vivono a Cerreto da molti anni. I loro ricordi, non per niente vaghi, affondano alla fine dell’Ottocento. Erano i nonni a portare sin da piccoli i piccoli bambini, dopo la pasquetta, al seguito della processione con la statua di san Vincenzo, per la tradizionale benedizione della campagna. Un rito molto comune in zone a prevalenza agricola, comune anche il periodo – in prossimità cioè dell’inizio della primavera, quando i campi iniziano a rifiorire e regalare frutti - ma che nessun anziano del luogo sa collegare all’agiografia del santo, Vincenzo Ferreri, che non è proprio ricordato come protettore delle campagne. Per le campagne e i boschi si ricordano san Biagio o tutt’al più san Martino di Tours.

E allora perché questa devozione a san Vincenzo Ferreri? Chi era innanzitutto questo santo? Vincenzo è un dotto frate domenicano, insegnante di teologia e filosofia a Lérida e a Valencia, autore poi di un trattato di vita spirituale ammiratissimo nel suo Ordine, nato nel 1350. Vive negli anni incerti del papa avignonese e della disputa tra papa e antipapa. Ma come amico del papa Benedetto XIII, dopo tante esortazioni e preghiere inascoltate, Vincenzo si reca da lui per annunciare a quell’uomo irriducibile, che pure gli è amico: "Il regno d’Aragona non ti riconosce più come Papa". Doloroso momento per lui, passo importante per la riunificazione, che avverrà nel 1417. E’ quindi considerato uno dei restauratori dell’unità della chiesa, grande e forbito predicatore, sempre in viaggio da piazze a piazze per portare la parola del Vangelo, muore a Vannes, in Bretagna. Fu proclamato santo nel 1458 da papa Callisto III, suo compatriota. Nella liturgia è ricordato il 5 aprile, che quest’anno era il giorno di Pasqua, mentre l’Ordine Domenicano lo ricorda il 5 maggio. Cerreto Guidi possiede una bellissima statua di san Vincenzo che anche quest’anno è stata portata in processione. Ma Cerreto Guidi ha già un santo patrono, san Leonardo di Noblat, a cui è dedicata la chiesa madre del paese dal 1355, la Pieve appunto, e detiene anche una compatrona, santa Liberata, riconosciuta da decreti vescovili in epoca moderna maoggetto di venerazione popolare da molti secoli. Provando allora a ipotizzare il perché di questo culto a Cerreto, a parte l’elegante statua lignea, non un documento né una testimonianza architettonica ci vengono in soccorso. Non ci sono infatti altari dedicati a san Vincenzo all’interno dell’antica Pieve né nelle altre chiese del territorio. Non ci sono compagnie o confraternite che portano tale nome. Esistono sì delle testimonianze “indirette” per il culto domenicano, legato al Santo Rosario e vari santi dell’ordine, come possibile notare dalla presenza della tela di Onorio Marinari, della fine del 1600, che raffigura san Domenico e santa Giustina, quadro che un tempo era collocato nella Pieve e che ora adorna la cappella del Buon Consiglio nel Santuario di santa Liberata, o ancora la stupenda rappresentazione attribuita all’ambito di Michele di Ridolfo del Ghirlandaio che raffigura la Madonna del Rosario e santi domenicani nella Pieve di San Leonardo. La nostra indagine, che pure ha interessato molti aspetti, non è giunta a conclusione e crediamo sia necessaria un’approfondita ricerca d’archivio per scovare le ragioni di questo culto. Nel frattempo però a Cerreto ci terremo i nostri santi protettori, patroni e compatroni, e lasceremo scegliere al comune un vuoto giorno sindacale di vacanza e astensione dal lavoro che non corrisponde però alle esigenze cultuali e alla fede locale. San Leonardo, Santa Liberata e San Vincenzo Ferreri, pregate per noi!

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