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PONSACCO - Dopo l’apertura della porta santa in cattedrale, segno del cammino di conversione di tutta la diocesi e di quella del santuario di san Romano che invita a riconoscere il dono grande della famiglia, l’ultima porta santa della diocesi, la porta della carità, è stata aperta sabato 13 Febbraio da S.E. mons. Andrea Migliavacca nella chiesa parrocchiale di Ponsacco.
Prima di ringraziare don Renzo Nencioni, gli altri sacerdoti e tutti coloro che sono intervenuti, il vescovo , nella sua omelia, ha indicato una strada, la strada della carità intesa come “esperienza dell’essere amati e di amare, esperienza di misericordia”. Ma come si può sperimentare questa carità? “La parola che abbiamo ascoltato” ha detto mons. Migliavacca “ci presenta l’immagine del deserto … luogo simbolico del cammino dell’esodo … dove si impara a vedere e a raccogliere il frutto proprio della carità che è l’amore”. Entrare nella porta santa significa, allora, sentire la voce del signore che ci guida in questo deserto e ci dice: “Amico, amica, io amo te, ti seguo con amore, ti accompagno con amore di padre”.


“Anche il vangelo di Luca ci parla del deserto; è il deserto di Giuda dove Gesù si sposta per un tempo di silenzio, un tempo in cui è stato visitato dalle tentazioni”. La prima delle tre tentazioni del deserto “è avere fame, il bisogno irresistibile di nutrire i propri appetiti per cui i bisogni altrui vengono allontanati dal vostro cuore”. La seconda è la sete di potere, la gloria : “si aiuta, si fa magari del bene ma per conquistare, per esercitare un dominio, un potere sulla vita altrui”. E la terza tentazione è la perdita di speranza: “si fa del bene ma il cuore è appesantito, stanco e … del tutto disabitato dalla speranza cioè dal saper vedere e gioire del bene che si fa”.
Ma come si vincono queste tre tentazioni? Con la fede, stando attaccati a Dio. Gesù, infatti, risponde alle tentazioni del demonio dicendo ogni volta, “sta scritto”, riproponendo la parola della fede che è la parola di Dio.
L’augurio finale di mons. Miglia vacca è importante: che il cammino del deserto, tramite la porta santa, “sia guidato dalle impronte della carità di Dio” per poter lasciare, a sua volta, una strada a coloro che ci seguiranno. Essi potranno così “attraversare il deserto e giungere con noi alla terra promessa, la terra della vita”.

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