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CORAZZANO - Il 13 febbraio 2016, benedetta dal vescovo Andrea, è stata riaperta la pieve di Corazzano. Giornata particolare, segnata da un tempo inclemente e da un desiderio lontano nel tempo. Credo di aver scattato le prime fotografie in bianco e nero della pieve nel 1966, quando il portone logoro era sprangato e la bifora era chiusa da pezzi di compensato. Ricordo i primi tentativi di restauro di Luciano Marrucci, il quale si preoccupò che l'edificio non fosse sopraffatto dalle forze della natura. Dal tetto pioveva, ai segni dei secoli si univano gli incomprensibili interventi umani e una patina grigia velava tutto l'interno. Per avere un'idea di questo complesso, bisogna salire a Balconivisi e guardare la Valdegola. Il punto rosso della pieve è come un semaforo, non può passare inosservato.

Nonostante la pioggia sono partito e ho parcheggiato proprio all'inizio della stradella che porta alla pieve. Ho aperto l'ombrello e mi sono incamminato nel percorso, oggi asfaltato, per provare ad immaginare i pensieri del vecchio pievano Bandinelli, quando con la sua cartella ripiegata sotto il braccio, appena sceso dall'autobus, rientrava a piedi, con la tonaca schizzata di fango, nella sua canonica umida e fredda. C'erano ancora tante parrocchie e ogni prete cercava di tenere unito il proprio gregge, disorientato dalla guerra e dalla ricostruzione. Ricordo il suo cappello, un nero tricorno con la nappa, il suo parlare emiliano, così simile a quello del più noto don Camillo. Pur non conoscendolo di persona, mi era simpatico. E guarda il caso, sia don Aroldo che don Luciano, hanno voluto essere sepolti vicino alle loro chiese, quale ultimo estremo segno d'amore! In questo contesto si è inserito don Francesco Ricciarelli, che ha seguito la pulitura, il consolidamento ed il rifacimento della decorazione interna, comprendente anche la bellissima "Madonna del Latte" e l'immagine della Santa Eurosia (meno bella, ma riscattata dalla pubblicazione recente di don Francesco). I tre alti gradini e il massiccio altare in blocchi di pietra, mi hanno fatto pensare ad una diversa primitiva costruzione. Mi sono voltato e dalla porta spalancata, ho visto la campagna nella nebbia, che affiancata all'immagine di Balconivisi, mi hanno fatto ripensare a quale importanza avesse questo luogo nei secoli passati. Mi sono ripromesso di tornarci, ma con gli strumenti del mio mestiere!

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