avvento

DALLA DIOCESI - Tutti aspettiamo qualcosa, o qualcuno. L’attesa è una dimensione fondamentale della nostra esistenza. Una dimensione che parla della nostra povertà, del nostro limite, ma anche del desiderio di qualcosa di nuovo che possa rispondere alle nostre esigenze più profonde. Il futuro in parte possiamo progettarlo e costruirlo, col rischio di fallire o di non riuscire a completare l’opera. Ma non tutto dipende dai nostri poveri mezzi e gran parte di ciò che verrà possiamo aspettarlo solo come dono. Il vero futuro è quello che ci viene incontro, superando gli schemi e le consuetudini. A questo possiamo solo prepararci, coltivando l’apertura del cuore e ravvivando il desiderio. C’è un tempo dell’anno liturgico che ci parla proprio di questo, ci aiuta a metterci di nuovo nell’atteggiamento dell’attesa: l’Avvento. A partire da questa domenica nella Chiesa si parlerà dell’avvento di Cristo, la sua prima venuta sulla terra, che ha aperto le porte della misericordia per tutta l’umanità.

La sua seconda venuta, che imprevedibile come la prima, porterà a compimento l’opera della salvezza. Dobbiamo esercitarci costantemente alla novità di Dio. Oggi ci aiuta senz’altro a farlo papa Francesco, col suo stile per tanti versi sorprendente e inaspettato. Nella sua lettera apostolica Misericordia et misera, a conclusione del Giubileo della misericordia, il papa ci ricorda quello che già abbiamo potuto sperimentare: «Abbiamo celebrato un Anno intenso, durante il quale ci è stata donata con abbondanza la grazia della misericordia. Come un vento impetuoso e salutare, la bontà e la misericordia del Signore si sono riversate sul mondo intero. E davanti a questo sguardo amoroso di Dio, non si può rimanere indifferenti, perché esso cambia la vita». È questo l’anticipo del futuro che ci viene incontro col volto del perdono. Un’esperienza che diventa compito, missione, quella di «continuare con fedeltà, gioia ed entusiasmo a sperimentare la ricchezza della misericordia divina. Le nostre comunità potranno rimanere vive e dinamiche nell’opera di nuova evangelizzazione nella misura in cui la “conversione pastorale” che siamo chiamati a vivere sarà plasmata dalla forza rinnovatrice della misericordia. Non limitiamo la sua azione; non rattristiamo lo Spirito che indica sempre nuovi sentieri da percorrere per portare a tutti il Vangelo che salva». Lo stesso impulso alla «conversione pastorale» e alla nuova evangelizzazione lo ritroviamo nella prima lettera pastorale di mons. Migliavacca, «Con vento favorevole», che sarà diffusa nei prossimi giorni: «Desidero che in ogni ambito di vita ecclesiale - scrive il Presule - si trovino forme, momenti, occasioni per confrontarsi insieme sulle scelte pastorali e sulla vita ecclesiale ordinaria, per comprendere quali cammini, cambiamenti, rinnovamenti adottare per essere Chiesa del vangelo come chiede il Papa». Il cammino da seguire, ci ricorda il Vescovo Andrea, è la fedeltà alla misericordia di Dio. Questa sarà la via privilegiata per prepararci all’avvento del Signore. dfr T

Seguici su Twitter

I cookie rendono più facile per noi fornirti i nostri servizi. Con l'utilizzo dei nostri servizi ci autorizzi a utilizzare i cookie.
Maggiori informazioni Ok Rifiuta