SAN MINIATO - La «Cappella Musicale della Cattedrale di San Miniato» – come ogni anno, in occasione della Settimana Santa – torna a cimentarsi in una nuova "sfida" musicale che vuole offrirsi come valida occasione di incontro e di cultura, oltre che come momento di riflessione e meditazione sulle tematiche proprie del Triduo Pasquale. Insieme alla Cappella musicale, sono coinvolte nel progetto la Filarmonica "Gaetano Luporini" di San Gennaro (LU), diretta dal M° Giampaolo Lazzeri, la «Corale San Genesio di San Miniato», i “Pueri Cantores”, sempre interno alla nostra Diocesi, e il mezzosoprano Laura Brioli nella parte dell’ anima. Insieme a Lazzeri, collaborano il M° Carlo Fermalvento, Marta Corti ed il M° Salvatore Vivona in qualità direttori e preparatori delle varie realtà corali.
L’opera che tali associazioni andranno a proporre quest’anno è il «Transitus Animae» di don Lorenzo Perosi, direttore perpetuo della “Cappella Musicale Pontificia Sistina” dal 1898 al 1956, anno della sua morte. Si tratta di un oratorio molto particolare, dai toni musicalmente drammatici e intensi, gravidi di una sensibilità perfettamente figlia del suo tempo, dove la musica sacra si apre volentieri anche ad influenze esplicitamente melodrammatiche. Il «Transitus» ha una veste testuale che si dispiega in forma di preghiera accorata ed estrema: l’Anima, cosciente della venuta della sua ora, si rivolge a Dio menzionando, quasi come un memento, la Sua misericordia per poi spostarsi su toni che si fanno supplica. Si respira una consapevolezza delle proprie debolezze che non esita, però, a trasferirsi in un clima di grande fiducia. Le parole si fanno quasi salmo, e vogliono conquistare il cuore di quel Dio con cui l’Anima sta per incontrarsi e con il quale c’è desiderio cosciente di voler rimanere in eterno. C’è una forte tensione verso la Resurrezione, conosciuta come meta di salvezza e intravista con l’occhio della speranza sin dall’inizio; dall’altra parte, si pone anche la piena coscienza della possibilità di una realtà ultima opposta ad essa, la morte eterna, che l’Anima guarda volutamente da lontano e dalla quale confida con determinazione di essere risparmiata nell’ultimo giorno, quello del Giudizio Universale, quel Dies Irae che - a ben guardare e ben conoscerne il testo - porta l’ira solo nelle prime due delle parole che lo compongono, per poi - anche questo - aprirsi inevitabilmente alla speranza e alla misericordia di Dio.
L’Anima non è la sola protagonista. In questo dramma musicale breve ma incisivo, c’è largo spazio per le parti corali nelle quali si fa ben sentire la voce di una Chiesa che prega e che non lascia solo nessuno nell’ora della prova. Ed è proprio la voce della Chiesa che corrobora le orazioni dell’Anima ormai stanca e bisognosa di ristoro, intercedendo e affidandola alle Potenze Celesti in primo luogo, ricordando a Dio tante occasioni in cui la Sua salvezza si è manifestata, invocando i Santi e facendosi compagna di cammino fino alle porte del Paradiso, sulle note di un In Paradisum gregoriano che si riempie di echi lirici ben distinguibili.
L’opera si ferma qui: al passaggio - transitus , appunto - tra l’esperienza umana e la vita eterna, di cui non si dà alcun accenno, per lasciare tutto ai voli che la fede di ogni singolo ascoltatore può rendersi capace di fare.
L’autore obbliga ad una meditazione profonda sui sensi ultimi dell’esistenza dell’uomo. Lo fa con sguardo umile e contemporaneamente deciso. Se il testo si fa preghiera salmodica, la musica che lo sostiene conosce anche dei picchi che verrebbe voglia di definire violenti, tanta è l’intensità. Al testo, strutturato sulla Parola di Dio, è affidata la dimensione espressiva corporale della natura umana, alla musica, invece, l’esperienza del cuore.
Il Transitus Animae verrà eseguito a Lucca, nella chiesa di San Francesco, Mercoledì 5 aprile 2017 alle ore 21.15. Si replicherà, poi, nella Chiesa di San Domenico a San Miniato (PI) Domenica 9 aprile, sempre alle 21.15.