LUDOPATIA

CASTELFRANCO DI SOTTO - Si è sviluppata attorno all’annosa e drammatica questione delle dipendenze da gioco, la bella e densa chiacchierata che don Armando Zappolini ha tenuto lo scorso 20 marzo negli spazi dell’Oratorio S. Severo a Castelfranco di Sotto. Negli ultimi mesi ho ascoltato più volte don Armando, in occasione delle presentazioni del suo libro ”Un prete secondo Francesco“, e devo dire che ogni volta mi sorprende. L’altra sera mi domandavo come riuscisse ancora, dopo tanto tempo, a trovare l’energia e la voglia per continuare ad impegnarsi nei territori così delicati e difficili delle dipendenze. Sicuramente la sua stessa vocazione e la forza della preghiera gli forniscono il carburante giusto per prendersi cura dell’altro, chiunque esso sia.

Don Armando da anni cammina accanto ai dimenticati e ai reietti; li sostiene, li valorizza, si affanna per restituire loro una dignità smarrita in qualche risacca della vita. Qualche volta, purtroppo, i risultati non sono quelli che vorrebbe, o che si aspetterebbe. Ma anche quando i venti contrari delle situazioni gli hanno regalato ingenerosi insuccessi, lui non ha mai perso la spinta a fare con impegno, rinnovando ad ogni “giro di giostra” il suo spendersi a visiera alzata in prima persona, senza deresponsabilizzarsi o delegare.

Ascoltandolo l’altra sera, si è capito – amaramente - che i risultati sono pochi, limitati, non ancora sufficienti a combattere questa piaga del nostro tempo che è la “dipendenza”, sia essa da droga, gioco, cibo, piacere o qualsiasi altra diavoleria che stravolga il concetto di essere umano, trasformandolo in “consumatore” da sfruttare, utile all’arricchimento di pochi. Tutti siamo chiamati a combattere quel certo immobilismo in cui spesso affondiamo, per fare quanto possiamo, fosse anche una piccola cosa.

Come ha sottolineato lo stesso don Armando, “ancora non abbiamo raggiunto la soluzione del problema ma abbiamo costruito qualcosa che 5-6 anni fa non esisteva” e “una forza collettiva condivisa sarà sicuramente una spinta verso un cambiamento positivo!”.

Questo assunto deve diventare la pietra angolare sulla quale costruire il nostro impegno contro tutte le “dipendenze”. Consapevoli che non si parte più da zero.

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