Bassetti

EDITORIALE - «Auspichiamo un governo che pensi veramente al bene comune partendo dalle famiglie, dai giovani e dai poveri. In particolare, spero con tutto il cuore che il governo sappia unire e pacificare, cercando di dare una risposta concreta a quel clima di rancore sociale che serpeggia nel Paese». È con queste parole che il Card. Bassetti si è rivolto al neonato governo «gialloverde» nell’ambito di un’ampia riflessione che la Cei, tramite il suo presidente, sta facendo sul tema della rilevanza dei cattolici nella società e nella politica italiana ed europea.

Sono tanti i temi che vengono toccati dal Cardinale negli interventi post 4 marzo: dal primato della solidarietà e della promozione integrale dell’essere umano, alla necessità di una revisione delle politiche nazionali a favore di giovani e famiglie, a una rinnovata stagione di impegno dei cattolici nella lotta alla corruzione per la giustizia e la legalità.
Questo monito di altissimo profilo squarcia il velo sulle vere questioni che sono oggi sul piano dell’attualità, spesso confuse e ridotte a un semplice referendum: accogliere i migranti sì o no? Un tema molto forte anche nella Toscana, spesso raccontata come terra felice, quasi fiabesca, e che oggi – all’indomani di una tornata di elezioni amministrative che hanno visto cambiare il colore delle storiche «roccaforti rosse» – si trova a fare i conti con espressioni del genere «faremo pulizia». Anche su questo aspetto Bassetti ci aiuta a capire meglio, affermando : «A volte si ha la sensazione che i migranti siano un tema di “distrazione di massa” rispetto ad altri problemi dell’Italia, dell’Europa e del mondo occidentale. Siamo così passati da un’indifferenza generale a un’ostilità diffusa, fino alla xenofobia. Oggi, attraverso una lettura semplificata, sembra che tutti i problemi delle società occidentali derivino dai migranti. Ma non è così. La crisi economica, morale e sociale ha radici profonde, che tocca le viscere della storia recente e passata».
L’invito del presidente della Cei è molto netto: mettere da parte una politica fatta di slogan, una campagna elettorale permanente, per fare posto, di nuovo, al ragionamento politico.
Un auspicio che non vale soltanto per il governo centrale, ma anche, e soprattutto, per gli enti locali e per i governi dei territori, nei quali davvero cova la rabbia per la mancata risposta ai grandi quesiti politici: lotta alla criminalità e alla disoccupazione, politiche di supporto alle famiglie, gestione dell’integrazione, sviluppo economico e ambientale integrale, promozione e centralità della persona come vero motore propulsivo delle scelte politiche e di carattere amministrativo.
Un auspicio serio e una aspettativa severa anche per il territorio della nostra amata diocesi, incastonata in una delle periferie più belle – e complesse – della Toscana.

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