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DALLA DIOCESI - Così se n’è andato don Luciano Marrucci, un prete fuori dal comune e di enorme spessore culturale ed intellettuale. Don Luciano classe 1929, era un figlio della terra di San Miniato. Anche se con lo spirito da giramondo, Donlù è sempre rimasto legatissimo alla sua terra d’origine. Dalla sua Moriolo tesseva relazioni, scriveva testi, affascinava generazioni di studenti con le sue metafore, le sue catechesi.

La vita
La vita di don Luciano potrebbe sicuramente ispirare una sceneggiatura di un film. L’infanzia trascorre felice assieme alla madre, ai suoi fratelli e alle sorelle. La vocazione arrivò presto e fin da subito si dimostrò appassionato e dedito allo studio. Già all’età di 16 anni egli si proponeva lo studio della Logica Formale, una disciplina che appassionò fin da principio il giovane studente. Il 6 luglio 1952 viene ordinato sacerdote dalle mani di Felice Beccaro. Successivamente andò a studiare a Roma dal 1954 al 1957 nelle aule della Pontificia Università Lateranense, dove consegue la laurea in sacra teologia magna cum laude. Nel 1960 intraprende un viaggio alla ricerca del padre in Africa Orientale, dove riesce a ricongiungersi con la sorella.
Sempre in quel periodo, a Milano, frequenta l’Università Cattolica e insegna religione al Liceo Einstein.
Nel Seminario di San Miniato è stato docente di lingua italiana nel Ginnasio e di Filosofia Scolastica al Liceo; ed ha insegnato Teologia Trinitaria alla Scuola Teologica di San Miniato. Don Luciano venne poi nominato parroco di Moriolo, località di campagna a Sud di San Miniato, dove fonda una piccola casa Editrice: «L’Orcio d’Oro» che pubblica fascicoli in carta pregiata con xilografie in legno di bosso. Per diversi anni è stato coordinatore della commissione di lettura del Dramma Popolare di San Miniato e poi Direttore dello stesso Istituto. A partire dagli anni sessanta collabora con il settimanale diocesano “La Domenica”, di cui è stato direttore dal 1990 al 1995. Infinte poi le pubblicazioni di don Luciano: da ricordare la versione teatrale di «Pittura su legno» di Ingmar Bergman, Einaudi, Milano 2001 e «Dieci poesie», Arnoldo Mondadori Editore, 1973. Negli anni sono decine le pubblicazioni di narrativa, saggistica, poesia del sacerdote sanminiatese. In questi anni stringe collaborazioni con il vivacissimo panorama culturale San Miniatese: con lui collaborano Dilvo Lotti, l’amico Sauro Mori, Luca Macchi, l’attore Remo Girone.
Da ricordare poi i brevi racconti di narrativa e le rubriche pubblicate su La Domenica: “Storie Minime”, “Semi di Senape”, “Il Catechismo con le cose”.
Nel 2011 mons. Tardelli lo ha nominato Canonico Teologo del Capitolo della Cattedrale di San Miniato.
Ha curato un frequentatissimo blog sulla storia antica e della logica medioevale: «l’Abbasnullius», che oltre a riportare un giornale di memorie, propone alcune ricerche di logica. L’ultima avventura editoriale di don Marrucci è stata la creazione del portale sulla disciplina della logica, keysonlogic.com, che vanta numerosi contatti e contributi da prestigiose università straniere

Le passioni
Elencare le passioni di don Luciano è praticamente impossibile. I suoi interessi spaziavano dall’arte, alla filosofia, al teatro, al cinema, alla cucina, alla numismatica. Celebre e preziosissima la sua collezione di etichette storiche. Era un buongustaio don Luciano, adorava la cucina delle massaie toscane e il buon vino. A tavola, anche negli ultimi anni di ritiro nel seminario vescovile, non mancavano mai la sua bottiglie, sempre di notevole pregio. Di lui vogliamo portare il ricordo dell’ultimo insegnamento, fatto a tavola in un assolato pomeriggio di primavera, quando, chiudendo una lunga discussione, con semplicità disse: «alla fine è solo la fede che salva».
Ciao Donlù.

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