03833aa73b 44090235 300

DALLA DIOCESI - La fuga in avanti delle amministrazioni comunali della diocesi per favorire le trascrizioni in comune dei matrimoni omosessuali contratti all’estero è iniziata ufficialmente.
Il primo comune del Valdarno inferiore che ha votato la mozione “diktat” preparata in direzione provinciale del Pd è stato quello di Montopoli in Val d’Arno.
Il suddetto consiglio comunale ha approvato una mozione, nel corso della seduta dello scorso 10 novembre, presentata dal capogruppo Pd nonchè neo segretario del partito comunale Fabio Bartoli, che invita il sindaco a dar seguito alla registrazione dei matrimoni presso l’anagrafe locale e votata a larga maggioranza con i voti dei consiglieri del Pd e del Movimento 5 stelle.
Il comunicato del partito recita così: «riteniamo questo un punto di partenza importante che riporta l’uguaglianza ed il riconoscimento dei diritti civili al centro della politica locale, diritti per i quali il Partito Democratico di Montopoli si è sempre battuto e per i quali crediamo fermamente di doverci battere fin quando non li vedremo riconosciuti».

La battaglia che il Pd di Montopoli e i 5 stelle stanno conducendo, ricopia le guerre scoppiate qua e là nelle grandi città a dire il vero senza grande successo.
La mozione in questione sembra ricalcare un modello standard usato qualche settimana fa dal gruppo consiliare di Sel del comune di Pisa, messo poi a disposizione della rete.
Come può un documento standard, poco più che un modulo prestampato, esaurire in poche righe un dibattito che invece dovrebbe essere approfondito a livello nazionale, e se si vuole anche a livello locale, ma in modo più inclusivo, rispettando le idee di tutti?
Fa sorridere il fatto che mentre proprio in questi giorni si promuovono, giustamente, iniziative di sensibilizzazione pubblica, consulte locali e occasioni di dibattito su problemi fondamentali come la gestione della raccolta differenziata (!), oppure il dissesto idrogeologico del territorio, ci si dimentichi di informare i cittadini dell’avvio di un procedimento che invita a discutere sul piano amministrativo, ma anche etico, del concetto stesso di famiglia.
Sia ben chiaro: il tema dei diritti delle coppie omosessuali non è secondario, laddove, prima di tutto, si riconosca una qualche lesione della dignità delle persone.
Un tema talmente delicato a cui la chiesa - è bene ricordarlo - ha dedicato un sinodo straordinario, da poco concluso, che aveva proprio come argomento centrale la famiglia.
Il clima in cui si sta svolgendo questo dibattito, sta diventando, qui da noi, surreale. Questa contrapposizione tra una cultura cattolica dipinta come oscurantista e bacchettona ed un pensiero laico che invece lotta per il progresso e la civiltà non ha senso e non porterà da nessuna parte.
A questo punto però dovrebbero essere i primi cittadini a farsi sentire sulla questione. Si, perché colpisce l’atteggiamento di coloro che in tempi di elezioni si sono impegnati con belle parole nella ricerca del consenso dei cattolici, evitando di prendere posizione proprio sulle questioni etiche, rendendo oggi quel silenzio più eloquente di centinaia di discorsi elettorali.

Seguici su Twitter

I cookie rendono più facile per noi fornirti i nostri servizi. Con l'utilizzo dei nostri servizi ci autorizzi a utilizzare i cookie.
Maggiori informazioni Ok Rifiuta