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DALLA DIOCESI - Come sappiamo una parte del territorio diocesano abbraccia anche il circondario di Empoli, con alcune parrocchie proprio nel comune capofila, tutte le parrocchie dei comuni di Cerreto Guidi e Fucecchio, parte del comune di Vinci. Empoli, Cerreto, Vinci e Fucecchio fanno parte dallo scorso anno dell’Unione dei Comuni Circondario Empolese Valdelsa, un ente sovra territoriale sorto con la chiusura dei Circondari con lo scopo di accorpare alcuni servizi, ed operare - almeno nelle intenzioni - dei risparmi di spesa ottimizzando la gestione. Nella scorsa seduta dell’Unione dei Comuni del Circondario Empolese Valdelsa anche i sindaci dei comuni sopra ricordati si sono espressi su un tema delicatissimo, che è tornato in questi mesi alla ribalta mediatica dopo lo show del sindaco di Roma Marino e la sua trascrizione nei registri comunali dello stato civile delle unioni tra persone dello stesso sesso contratte all’estero.

Il 15 ottobre quindi - ma il verbale della discussione è stato da poco pubblicato sul sito web - anche i sindaci di Empoli, Cerreto, Fucecchio e Vinci, tutti dello stesso partito politico, hanno votato all’unanimità l’ordine del giorno proposto dalla maggioranza in giunta, targata Pd. E’ il sindaco di Certaldo Cucini a introdurre le motivazioni della votazione: l’esigenza di colmare un vuoto legislativo italiano e andare incontro a tutte quelle richieste - non sappiamo in realtà quante - di cittadini che hanno contratto un unione con persone dello stesso sesso all’estero. La Giunta dell’Unione, all’unanimità, chiede questo passo avanti progressista per non restare in dietro rispetto agli altri paesi comunitari e perché sono i cittadini a chiedere questo "diritto". Insomma un gioco di vuoti o di pieni dove i sindaci si sostituiscono al Parlamento, l’unico titolato a legiferare in materia, e si arrogano il diritto di trascrivere, fuori dalle Legge dello Stato, queste unioni civili. Nessun sindaco di maggioranza ha rimarcato la propria posizione, un unico blocco monolitico dal quale molto sbiaditi sono risultati anche i sindaci di Cerreto Fucecchio e Vinci, che di queste intenzioni fuorilegge non avevano, ovviamente, fatto parola in campagna elettorale. Dura la posizione dei consiglieri di opposizione in Consiglio dell’Unione, i quali hanno rimarcato non tanto la non importanza di riconoscere dei "diritti" a persone che li chiedono, quanto piuttosto il "dovere" delle istituzioni di prendere posizioni consone alla legge. Sappiamo infatti che il Ministero degli Interni e i prefetti di zona hanno espressamente dichiarato la nullità di tali trascrizioni ed è su questo punto che le opposizioni hanno fatto leva: non si può votare un ordine del giorno che invita i primi cittadini a comportamenti fuori legge. Altro aspetto pregiudiziale per le minoranze, la mancanza di qualsiasi discussione preliminare. Quando tutti i sindaci renziani dell’empolese hanno rimarcato la novità metodologica che li distingueva dal passato del proprio partito - cioè la partecipazione, la condivisione, etc. etc. - i cittadini credevano a un vero rinnovamento. E invece: nessuna commissione ha esaminato il documento ed è emerso un sostanziale invito ribelle dei sindaci diretto vagamente a Governo, poi rettificato in Parlamento. Qualcuno - dai banchi della maggioranza - ha parlato anche di "rivoluzione culturale" e "ordinamento giurisdizionale laico moderno", parole di circostanza e anche poco comprensibili. Staremo a vedere quanti di questi sindaci ribelli - come li hanno ribattezzati - avranno il coraggio poi di dar seguito a questa che appare ai molti una boutade mediatica più che un provvedimento che passerà alla storia.

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