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SAN MINIATO - Un piccolo ma significativo fondo archivistico è stato recentemente ritrovato durante i lavori di sistemazione dei fondi moderni della Biblioteca del Seminario, e data la tipologia di materiale, le carte saranno trasferite presso l’archivio diocesano per l’eventuale consultazione. Si tratta di una parte delle raccolte manoscritte appartenute al sacerdote Giuseppe Conti, nato a San Miniato da Giocondo e Maria Chierici agli inizi del diciannovesimo secolo, e morto nel 1865, cento cinquant’anni fa. Chi era Giuseppe Conti e perché questo fondo archivistico è di particolare importanza? Il giovane Conti veste a tredici anni l’abito talare. A ventiquattro anni ottiene una prebenda canonicale e la cattedra di dogmatica del Seminario vescovile di San Miniato, dove aveva compiuto gli studi. Predicatore illustre in varie località d’Italia, nel giugno 1847 proposto della Cattedrale di San Miniato. Istitutore, segretario e poi presidente della locale Accademia degli Euteleti. Nell’archivio di quell’ente si conserva infatti una cospicua raccolta di carte, testimonianza della sua attività in ambito ecclesiastico, e dei meriti culturali ottenuti, esemplificati dai numerosi diplomi accademici conservati: una raccolta di ben dodici cartelle ricche di materiale, opuscoli, lettere, scritti autografi, ritagli di riviste, manifesti. Mons. Luigi de’ marchesi Fransoni, arcivescovo di Torino, allorché il Conti nel 1849, nel 1853 e nel 1857 predicò nella Metropolitana di Torino, di fronte ai reali, lo proclamava Virum ecclesiastico ingenio, zelo, probitate, justitia et pietatae omnino spectabilem, in Dei Verbi ministerio non vanam gloriam captando, sed Jesum Christum et hunc Cricifixum solummodo predicando sic se gessisse, ut uberrimus fructus in fidelium aedificationem attulerit (Massimo Taddei, Elogio funebre a mons. Conti, Tip. Galileana, Firenze 1867).


Il fondo archivistico ora depositato nell’archivio della curia si trova in buone condizioni di conservazione, ed è stato dotato di un inventario sommario per facilitarne la consultazione. Le carte, prive inizialmente di un ordinamento razionale, sono ora raccolte in due voluminose cartelle, una contenente le prediche e le orazioni tenute dal preposto Conti nel periodo dal 1830 al 1855, e una seconda contenente scritti agiografici, teologici, frammenti di discorsi e appunti di altri celebri predicatori.
Da una analisi complessiva della documentazione possiamo sostenere certamente che del famoso autore della "Storia del venerabile simulacro dell’Oratorio del Santissimo Crocifisso di Castelvecchio", pietra miliare per lo studio delle vicende del Santuario cittadino, emerga soprattutto la grande abilità di predicatore ed oratore, la squisita preparazione letteraria, la raffinata duttilità nel trattare temi anche variegati, che gli era valsa - come abbiamo ricordato - encomi e onorificenze. Ricordiamo inoltre che il Conti fu figura di primo piano anche per l’amministrazione della Diocesi, in quanto svolse anche l’incarico di Vicario generale nel delicato periodo del passaggio da Granducato e Stato Unitario. Celebre la sua commemorazione della battaglia di Curtatone e Montanara recitata pubblicamente il 29 maggio 1859. Il Conti ebbe rapporti con personalità quali Alessandro Manzoni, Vincenzo Gioberti e Cesare Balbo. Parrebbe opportuno, vista l’importanza del personaggio per la storia diocesana e cittadina, organizzare una giornata di studio o un convegno nell’anno commemorativo dei centocinquant’anni dalla morte, ricadente proprio nel 2015. Sarebbe auspicabile - e lanciamo l’appello proprio dalle pagine di questo giornale - che l’Accademia degli Euteleti, insieme all’Ufficio Comunicazione e Cultura che se ne farà promotore, l’Archivio e la Biblioteca diocesana, che conserva il suo prezioso lascito librario, possa farsi anch’essa collaborare ad una iniziativa di studio adeguata alla caratura nazionale del personaggio tutta ancora da approfondire.

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