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DALLA DIOCESI - La politica regionale si sta spendendo molto per il rilancio della cosiddetta zona costiera, ovvero il territorio che va da Massa fino a Grosseto e che pare essere quello che in questi anni ha assoribito in modo peggiore la crisi economica e istituzionale in atto. Un impegno che però lascia ancora più sole le zone dell’entroterra, come il territorio del Valdarno Inferiore e parte della Valdera. Una zona che è già stata al centro del dibattito politico nel corso della querelle sulla destinazione che il distretto del cuoio avrebbe dovuto avere nel futuro assetto delle Asl toscane ridotte soltanto a tre. Questo territorio si è presentato diviso anche quando è stato il momento di stringere sul futuro assetto istituzionale della nascente unione dei Comuni del Valdarno Inferiore, che ancora oggi stenta a decollare ed anzi pare un progetto morto e sepolto. Dunque, mentre la politica regionale guarda con giusta apprensione allo sviluppo economico della costa, il Valdarno rimane isolato e diviso nell’affrontare i rilevanti problemi che affliggono quella che è diventata una grande città policentrica.


Il distretto del cuoio sta diventando sempre più una "mezza periferia", ovvero una terra di nessuno a metà strada tra la grande città metropolitana di Firenze e la zona pisana. Una periferia che si scopre percorsa dalle incertezze che non sono più quelle proprie dei piccoli paesi di provincia ma evidentemente somigliano a quelle di una grande città: l’inquinamento, la gestione degli immigrati, la crisi del mercato del lavoro e la disoccupazione crescente. In una certa misura anche la crisi abitativa. A tutto questo si aggiunge una crisi valoriale, di cui un segnale è la disgregazione della socialità (fallimenti familari, imprenditoriali, maggior distanza dalla Chiesa ma anche dalle altre esperienze di aggregazione sociale basate sul volontariato e sulla solidarietà). Una crisi che toglie ulteriormente vivacità e capacità di incidere a una "città" che potrebbe invece dire la sua a livello regionale e nazionale.

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