Da San Miniato, dalla Toscana e da tutta Italia, un maestoso corteo di pellegrini e una piazza San Pietro gremita di fedeli tutti uniti dall’amore per il Signore. E’ quello che èavvenuto il 10 maggio a Roma durante la Festa della Scuola fortemente voluta da Papa Francesco. Canzoni di gioia, musica rap ed un’animazione colma di spiritualitàper un evento importantissimo: l’incontro di tutto il mondo della scuola, sia statale che paritaria, con il Santo Padre.
Quando ci addentriamo nel vivo della festa possiamo ammirare quanto il Signore stia operando. Importante, per esempio, èstato l’intervento di Marco Bersanelli, astrofisico: “Dio ha creato l’infinito; Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza”. E allora “gli studenti incontreranno testimoni credibili che sappiano riconoscere e sostenere …quello che il creatore ha messo nei loro cuori?”
Nella trepida attesa per il discorso del Papa al grido di “Francesco! Francesco!”, migliaia di bandiere celesti al cielo sono state accompagnate da urla di gioia e libertàche stanno a significare uno sventolio di cuori.
Molti altri sono stati gli interventi mentre il Papa portava il proprio saluto con l’immancabile Papa-mobile. Tra i piùimportanti quello del Ministro dell’Istruzione Giannini che ha detto: “Adesso abbiamo una missione: dare lustro all’istruzione. Studiare èla piùefficace forma di tutela della vita”.
E mentre Max Giusti dava un tocco di simpatia alla giornata anche Giulio Scarpati e Veronica Pivetti portavano il loro contributo: il primo ricordando le mitiche interrogazioni alla lavagna come momento di crescita; la seconda riportando alla mente la sua saggia professoressa di figura.
Giusto ed evocativo, poi, il messaggio dei ragazzi di Barbiana che hanno ricordato don Lorenzo Milani in un loro motto “cercare il sapere per dedicarsi da grandi al prossimo”
L’intervento più atteso èstato accolto con amore dai fedeli. E’il Santo Padre a farsi protagonista con il suo semplice ma caritatevole messaggio: “Questa manifestazione non è contro, ma per la scuola”. Il pontefice ha parlato degli insegnanti e di come debbano essere aperti alla realtà; ha detto di come nucleo fondamentale per l’educazione sia la famiglia e di come questa sia in rapporto complementare con la scuola. Nel parlare di questo, Francesco ha ricordato un proverbio africano: “per educare un figlio ci vuole un villaggio”e di questo villaggio fanno parte famiglia, insegnanti, personale non docente, professori, tutti.
Nel ricordare come sia migliore “una sconfitta pulita di una vittoria sporca”, ha detto il Papa, l’istruzione deve sviluppare il senso del vero, del bene e del bello. Un invito, poi, il pontefice lo rivolge a insegnanti, genitori, studenti: che facciano crescere lungo la loro strada le tre lingue “della mente, del cuore e delle mani”.
Le parole conclusive, poi, riecheggiano come un messaggio: “Non facciamoci rubare l’amore per la scuola”. E allora proprio su questo pensiero possiamo dire che, dopo la solenne benedizione e un’Ave Maria, i nostri cuori sono piùcolmi di Spirito Santo.