STREDA - San Bartolomeo a Streda fu una delle chiese romaniche edificate dopo l’anno 1000, appartenente alla Diocesi di Lucca. Le prime notizie documentate risalgono al 1211, quando il suo rettore, prete Silvestro cedeva la chiesa, dipendente dai Canonici di San Martino in Lucca, al pievano di Montecatini.
Nel 1254 è documentata la vendita da parte del Conte Guido Guerra al Comune di Firenze e dal 1276 al 1297 la chiesa di San Bartolomeo è citata come suffraganea del piviere di San Leonardo a Cerreto Guidi.
Dal 1622 passa sotto la giurisdizione della nuova Diocesi di San Miniato.
L’edificio presenta una planimetria a navata unica, tipica delle chiese rurali di impianto medioevale, a forma di rettangolo irregolare. Il prospetto principale appare come un semplice portale con cornici lapidee sormontato da una finestra circolare ed un timpano triangolare alla sommità.
L’interno è disadorno ed essenziale eccetto la presenza di due imponenti colonne che sorreggono un arco a tutto sesto probabilmente aggiunte ad inizio del XIX secolo per delimitare la zona presbiterale.
Ha un altare dedicato a Sant’Antonio risalente al 1466 e un secondo, intitolato alla Madonna dei Sette Dolori, del 1700.
Nell’abside era collocata la tela raffigurante la Madonna col Bambino e i santi Bartolomeo e Antonio Abate eseguito da Filippo Paladini nel 1573, adesso esposta al Museo Diocesano d’Arte Sacra.
Il Campanile, con struttura portante in mattoni e pietra, ha la forma di una torre a pianta quadrata con i prospetti suddivisi verticalmente in tre campate contraddistinte da aperture centinate. Databile al XIX secolo ripropone, tuttavia, gli stilemi dell’attiguo edificio religioso.
La Canonica si sviluppa su due piani con murature portanti in mattoni pieni misti a pietra e solai prevalentemente costituiti da orditure lignee con sovrastanti mezzane in cotto.
Nel corso del tempo non sono mai stati effettuati interventi di restauro e questo ha portato la scelta della Diocesi di avviare dal 2013 le pratiche relative a tale intervento. Nello specifico, sono state eseguite opere di consolidamento delle fondazioni dei muri portanti che costituiscono la facciata principale della chiesa e della canonica, con un intervento di rinfianco delle fondazioni, opportunamente collegate con le strutture esistenti, previo puntellamento di quelle sovrastanti, oltre al rafforzamento delle pareti lesionate, preceduto da indagine geologica. Inoltre, sono stati eseguiti sia l’adeguamento statico di una porzione della copertura dell’edificio che dei solai lignei di piano in carpenteria metallica; è stato messo in sicurezza anche l’annesso (pareti portanti e copertura) in tutte le parti strutturalmente deteriorate. Per tutti gli elementi in pietra serena (cornici, davanzali finestre ecc.), ove presenti depositi superficiali, patine biologiche ed alterazioni della finitura superficiale, fenomeni di esfoliazione e micro fessurazione, sono state realizzate opere di pulitura e trattamento delle superfici, un successivo trattamento di protezione e consolidamento, la pulizia e l’asportazione finale di prodotti residui da trattamenti consolidanti.
Questo restauro, curato nella progettazione ed esecuzione dall’Arch. Bellarmino Bellucci, è stato realizzato grazie al vescovo e ai contributi CEI derivanti dalla sottoscrizione dell’8Xmille destinati alla Chiesa Cattolica.
L’attenzione al recupero ed alla valorizzazione del patrimonio culturale architettonico italiano è fondamentale per il nostro territorio che risulta riqualificato nella sua bellezza e ritrova ambienti nei quali rilanciare una proposta di riscoperta di una comunità parrocchiale tesa alla crescita dell’uomo nella sua persona e nella sua spiritualità.
Buon lavoro a don Donato Agostinelli che, in questo centro parrocchiale, sarà pronto ad accogliere gli abitanti del territorio.