agliati

Umile, accogliente e spirituale: sono questi i tre aggettivi che potrebbero definire l’eremo di San Martino ad Agliati. Questo è uno di quei posti dove ci si può ritirare in preghiera o dove semplicemente passare un pomeriggio tranquillo. In cima alla collina nel comune di Palaia, alla quale si accede passando per la Chiecinella vi è la piccola chiesa e la foresteria abitata dal 1968 dal monaco trappista Daniele Chilleti, apicoltore e custode dell’eremo.


Agliati ha anche il suo piccolo cimitero, di quelli come venivano costruiti in campagna, a pianta quadrata, circondati da un muro in mattoni alto un paio di metri (sono un pò tutti così in campagna) si sale su lungo una ripida strada fiancheggiata di alti e severi cipressi e ci si trova davanti il cancello. Il posto è veramente tranquillo e viene voglia di soffermarsi in riflessione davanti alle poche tombe che ancora sono in piedi.
Pur vivendo nella sua semplicità, l’eremo è degno di ospitare dal 1996 un centro interreligioso che unisce persone di varie confessioni e culture religiose interessate, in un clima di serena amicizia e di comunione spirituale, alla reciproca conoscenza e a temi ed iniziative di pace e di umana solidarietà.
C’è da dire che l’eremo è un importante luogo anche per iniziative separate dal centro ma che sono evidenziate da profonda gioia spirituale. Basti pensare ai Ferragosto di qualche anno a questa parte in cui viene ospitata la comunità neocatecumenale della Madonna del Rosario e San Pio V. È un momento di preghiera che unisce piccoli e grandi, giovani e anziani. Ma è anche un momento sereno e allegro in cui le preghiere sono accompagnate da un allietante pranzo.
Nessuno può, poi, dimenticare l’importante evento in cui si è reso protagonista il Signore. Il 9 maggio 2010 Padre Daniele Chilleti è stato bloccato, incappucciato e costretto su una sedia da tre rapinatori che, con cacciavite alla gola, volevano farsi dire ogni posto della casa e della canonica dove potevano trovare denaro ed oggetti preziosi. Ma a questo barbaro tentativo Padre Chilleti si oppose con la forza spirituale del Signore: “ho raccontato della mia scelta di vita e di fede, della semplicità delle giornate con le api, le pecore, l’orto con cui mantengo l’eremo” ha detto lui allora. I ladri restituirono il portafogli senza far male a nessuno. Il monaco prese un vasetto di miele e lo donò ai malviventi.
Forse quest’ultimo un momento di conversione? Chi può dirlo? Di certo, ringraziando Dio, possiamo dire che l’eremo di San Martino continua a vivere della sua semplicità, della sua umile ma ricca dedizione al prossimo e della sua apertura fraterna a tutte le confessioni religiose, pur sapendo che uno solo è l’amore di Dio.

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