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SAN MINIATO -Con una solenne concelebrazione eucaristica, presieduta da Mons. Fausto Tardelli, è iniziato domenica 30 novembre, nella Chiesa della Trasfigurazione di San Miniato Basso, l’Anno della Vita consacrata. Presenti i religiosi e le religiose della diocesi appartenenti a diverse comunità che operano nel territorio accompagnati da fedeli. Nell’omelia il vescovo commentando le parole di Isaia ha invitato a scoprire che siamo peccatori e abbiamo bisogno di essere salvati. Un umile riconoscimento della lontananza da Dio, riconoscimento coraggioso del proprio limite.

"Ma, Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani." Inoltre esorta, riprendendo San Paolo, a guardare il futuro con speranza; il Signore ha promesso che tornerà, non siamo stati abbandonati. Siamo chiamati però a non perdere il nostro tempo, a stare svegli per non sprecare le occasioni che il Signore ci offre per mettere a frutto i talenti che ci ha dato. Inizia oggi l’Anno della Vita Consacrata che si concluderà il 2 febbraio 2016, un anno dove si riflette sul grande dono che sono i consacrati per la Chiesa. Uomini e donne che avendo udito la chiamata speciale di Cristo e deciso di vivere al servizio di Dio e dei fratelli, si consacrano al Signore con i voti di povertà, castità ed obbedienza. I consacrati testimoniano al mondo che ciascuno è chiamato a vivere per Dio e per il compimento della Sua volontà, ognuno secondo la responsabilità che ha nel proprio campo. Inoltre è necessario che i consacrati mantengano vivo il carisma del loro fondatore perché potrebbe smarrirsi, intiepidirsi e anche a volte dare una contro testimonianza. Siamo tutti invitati a pregare per il rinnovo della vita consacrata, a vigilare, a riporre la nostra fiducia nell’amore di Dio per essere come Lui ci vuole.
Al termine della celebrazione Suor Grazia Grasso, a nome dell’USMI, ha indirizzato parole di ringraziamento e saluto al Vescovo esprimendo da una parte la tristezza per la prossima partenza e dall’altra la consapevolezza che la Chiesa è una e che ci può essere un’unione di affetti e di intenti nonostante la diversità delle missioni. A sua volta Sua Eccellenza ha ringraziato per le parole a lui rivolte, per l’operato dei religiosi nella diocesi e ha riaffermato la bellezza e la concretezza della "comunione dei santi".

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