torre campanaria Casciana terme parrocchiale1

CASCIANA TERME - Dopo Bassa e Lazzeretto, comune di Cerreto Guidi, che inaugurarono nuove campane nel biennio 1927-1928, bisogna attendere il 1930, e con precisione il 28 ottobre, per ritrovare sul “Bollettino Diocesano” di quel tempo la notizia di un nuova inaugurazione e benedizione di bronzi votivi ai caduti della Grande Guerra. Il Bollettino riporta la notizia sotto il titolo “Bagni di Casciana”, la parrocchia di Santa Maria Assunta a Casciana Terme per intenderci, delizioso paese della diocesi che per un periodo non breve della sua storia, almeno sino all’Ottocento, era noto come il paese di Bagni di Aqui o ad Aqui, situato – come ci ricorda Prospero Chiari in un suo libro di metà Ottocento – “nella valle amena, ed alla sinistra del fiume Cascina, Comunità di Lari, Diocesi di San Miniato”. La vicenda di Casciana terme riguarda non solo le campane votive, bensì la stessa costruzione del campanile, il cui primo disegno, eseguito dal famoso architetto Bellincioni, fu realizzato già nel 1907 come possiamo conoscere dalle testimonianze archivistiche.


L’opera, in laterizi e travertino locale, complice anche le ristrettezze economiche causate dalla guerra e dal periodo immediatamente successivo, rimase incompiuta per circa vent’anni e fu ripresa infatti solo nel 1925 e continuata secondo il progetto modificato dagli ingegneri Severini e Buoncristiani. Nell’ottobre del 1930, accolto da una folla di autorità civili e militari, tutti i parroci delle chiese e delle cappellanie vicine presenti, i fanciulli che si accingevano a ricevere il sacramento della cresima con parenti e familiari al seguito, “mons. Vescovo … insieme al canonico cav. Genesio Chelli ha proceduto solennemente alla consacrazione della Campane votiva dei caduti nella grande Guerra e di due altre nuove campane”. La cerimonia di quel giorno fu certamente lunga e laboriosa e ci pare strano che non si conservi – di un momento così solenne – una qualche testimonianza fotografica dell’evento. In quel giorno infatti si inaugurava anche “la nuova Torre, lavoro pregevole grandemente offerto dagli esimi architetti ing. Federico Severini e Giulio Boncristiani … e una delle più importanti opere del Regime condotte a termine nell’anno VIII in questa Provincia”.
A parte la retorica dell’evento – che abbiamo già visto per le precedenti benedizioni e che ci accompagnerà per tutto il Ventennio – il pievano e il popolo tutto potevano davvero dirsi soddisfatti per “aver portato felicemente a termine questa importante opera, e di aver assolto così un doveroso voto di devozione verso la memoria de’ loro figli caduti”.

 

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