unnamed

CASCIANA TERME - L'onore che si da ai santi non passa solo attraverso la liturgia, ma anche portando avanti la missione da loro intrapresa e per la quale hanno speso la vita. Così, da alcuni anni, anche se talvolta impediti dalla neve, abbiamo organizzato un incontro con insegnanti ed educatori su un tema specifico con relatori di alto profilo. Nel passato abbiamo avuto il piacere di avere tra noi il Vescovo di Livorno, mons.Giusti e prima ancora il Vescovo di Fiesole mons.Meini. Quest'anno, su un tema di indiscutibile rilevanza antropologica e di non altrettanta fondatezza scientifica, l' «identità di genere», hanno relazionato:
l'avv.Andrea Gasperini, la dott.Paola Biondi e il dott. Carlo Casini, Presidente nazionale del Movimento per la Vita.


Ognuno dei tre ha illustrato magistralmente un aspetto del problema, con abbondanza di testimonianze e di rimandi bibliografici, supportati dall'ausilio del videoproiettore.
E mentre i primi due relatori hanno sottolineato gli aspetti pseudoscientifici del problema, al dott. Casini è toccato l'aspetto umano prima ancora che giuridico e lo ha fatto con quella capacità che gli è propria. Nonostante la brutta stagione circa 8o persone, in prevalenza insegnanti ed educatori, oltre che genitori, hanno partecipato e dato vita ad un ampio dibattito protrattosi quasi fino a mezzanotte. Il tema era: «L'educatore e le nuove tendenze culturali. Famiglia, Scuola, Associazioni e Chiesa di fronte alle attuali teorie circa l’identità di genere».
Il problema parte da lontano, dal 2009, per combattere il fenomeno del bullismo all'interno della scuola che a volte si scatena nei confronti di qualche giovane gay o lesbica; ma entra nel vivo nel 2014 come «Stategia nazionale per combattere le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere».
Il titolo di questa azione voluta dal Governo italiano tramite il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presideneza del Consiglio dei Ministri è piuttosto lungo e complesso. Dietro una terminologia asettica c'è una visione antropologica secondo la quale è finito il tempo in cui l'umanità si divide naturalmente in due sessi: i maschi e le femmine, gli uomini e del donne. La visione “gender”, su cui si fonda la “strategia” italiana, dice un'altra cosa: in realtà ciò che conta non è il sesso biologico e la relativa azione educativa che si riceve in famiglia e poi a scuola, in parrocchia o altrove. Tutto questo sarebbe superato da una nuova autoconsapevolezza di maschi e di femmine che potrebbero scoprire di voler essere femmine in un corpo maschile o maschi in un corpo femminile, o omosessuali o lesbiche o bisessuali o altro ancora.
Invocando una libertà assoluta di diventare ciò che si desidera essere,qualsiasi ostacolo o condizionamento o concezione culturale che proponga un altro percorso educativo, viene considerato sbagliato o discriminatorio. La “strategia” in questione si propone quindi di agire nella società, con modalità precise, perchè nessuno in famiglia, nella scuola, nei mass media, in chiesa, si “permetta” di proporre concezioni educative che dissentano dai modelli "gender". Questo progetto è affidato ad una rete di 29 associazioni Lgbt (acronimo che significa «lesbiche,gay,bisex e transgender».
Nelle prossime settimane ci sarà dato di vedere una battuta a tappeto nelle nostre scuole, a cominciare dalle primarie, di queste iniziative mirate al superamento dell'essere maschio e femmina. E tutto questo non è improbabile che avvenga nel più assoluto silenzio e indifferenza dei Consigli di Istituto, ruoli e organismi molto spesso rifiutati da molti genitori, che hanno a cuore ben altre cose più importanti dell'educazione scolastica dei propri figli.

Seguici su Twitter

I cookie rendono più facile per noi fornirti i nostri servizi. Con l'utilizzo dei nostri servizi ci autorizzi a utilizzare i cookie.
Maggiori informazioni Ok Rifiuta