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SAN MINIATO - Venerdì 22 gennaio presso la sede dell’Accademia degli Euteleti a Palazzo Migliorati il direttivo dell’antica istituzione culturale cittadina ha accolto il vescovo Andrea Migliavacca per la consegna del diploma di socio onorario. Una tradizione che continua – era successo anche con il vescovo Tardelli – e che vuole ricordare degnamente il contributo che i vescovi hanno dato alla fondazione della prima accademia cittadina, quella creata nel 1644 da mons. Strozzi con il nome di «Accademia degli Affidati» e quella «rifondata» da mons. Torello Pierazzi agli inizi dell’Ottocento. In un clima informale il presidente dell’Accademia Saverio Mecca ha accolto il vescovo Andrea con un breve discorso di saluto per poi passare alla consegna della pergamena di ammissione a socio.

L’auspicio del presidente è stato quello che tutte le forze culturali presenti nel territorio samminiatese possano continuare nel loro percorso di valorizzazione del patrimonio storico artistico con tutti i mezzi a disposizione e, perché no, collaborando insieme. Nel presentare l’attività dell’Accademia il presidente ha sottolineato l’importanza del «Bollettino» a cui hanno dato lustro anche i sacerdoti nel corso di quasi un secolo di stampa, e ha ricordato come nell’organo ufficiale dell’Accademia molto spazio sia sempre stato dato alla valorizzazione delle opere d’arte che si trovano a San Miniato, promuovendo spesso la conoscenza del patrimonio ecclesiastico. Il vescovo, da parte sua, ha invece espresso il proprio ringraziamento: «Sono onorato di essere accolto in questo consesso che ha rilievo in città, perché diventa per me richiamo a curarmi di questa dimensione culturale. L’occasione di oggi diviene un invito quindi a curare anche la proposta culturale della Chiesa nel contesto cittadino in cui ci troviamo e a promuovere tutto ciò che di storico artistico esiste già». Anche il vescovo ha poi richiamato l’attenzione sul nome stesso dell’Accademia, “Euteleti”, un neologismo che sta a indicare letteralmente la tensione verso il buono che si può collegare al progetto dei vescovi italiani che ha per titolo «la vita buona del Vangelo». «Orientarsi al bene – ha detto – non in senso moralistico, cioè semplicemente con le buone azioni ma vivere la vita con tutta la ricchezza e la potenzialità che ha, in quanto vita umana. Su questi temi si creano spazi di dialogo, riconoscendo a tutti la ricerca e la possibilità di costruire la vita buona». Nella seconda parte della serata il vescovo ha poi visitato la mostra sul Beato Pio Alberto Del Corona soffermandosi sui pannelli illustrativi e le bacheche nelle quali erano esposte alcune opere a stampa del Beato. Ha ricordato infatti come egli si senta particolarmente legato a questo suo illustre predecessore proprio perché la beatificazione è avvenuta poco prima della sua nomina. Con grande curiosità il vescovo si è soffermato sulla mostra prima di visitare gli ambienti dell’Accademia guidato dal Direttivo dell’associazione.

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