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SAN MINIATO - Si è svolta il 28 gennaio presso l’auditorium della Casa culturale di San Miniato l’incontro dell’amministrazione comunale con le scolaresche di sanminiato in occasione della Giornata della Memoria. Ha preso parte alla cerimonia anche il vescovo Andrea invitato dal Consiglio comunale che si riuniva in seduta aperta per ricordare, in particolare, Italo Geloni, testimone dei campi di sterminio, sopravvissuto ai lager, e per anni animatore dei viaggi pellegrinaggi che si sono svolti con le scuole verso i luoghi degli orrori nazisti.
La mattina ha visto protagonisti soprattutto i ragazzi delle scuole medie e superiori della città alla presenza del Consiglio comunale, del sindaco Gabbanini e di Laura Geloni, figlia di Italo, impegnata anch’essa con la sua fondazione a perpetrare il ricordo e non fare affievolire, soprattutto fra i giovani, la testimonianza del padre. L’introduzione musicale tratta dalla colonna sonora di Schindler List ha creato un’atmosfera suggestiva e quasi commovente, che ha avuto nelle parole di Laura Geloni prima, e nel video proiettato successivamente, momenti densi di riflessione. Anche il vescovo Andrea - dopo la testimonianza dei giovani studenti che sono stati in visita ai campi di sterminio di Mauthausen, Gusen, Ebensee, Dachau e al castello di Hartheim – ha preso la parola sottolineando come il concetto stesso di “memoria” sia parte integrante della cultura ebraica e lo vediamo chiaramente espresso nella Sacra Scrittura. «La memoria è parte viva dell’esperienza del popolo ebraico; essa non è solo ricordare ma rivivere, è diventare continuamente protagonisti degli eventi. Ed è nella Bibbia, il testo sacro degli ebrei, che il popolo di Israele comprende che la memoria si tiene viva scrivendo». Il vescovo ha voluto quindi complimentarsi con i giovani studenti per come hanno vissuto questa esperienza nei campi di sterminio e per la testimonianza che hanno trasmesso ai loro compagni. «È tramandando nella verità i fatti accaduti che si diviene attori consapevoli della storia. Da qui l’invito e l’opportunità che mi viene data di contribuire, nell’umiltà del mio servizio, a mettere in primo piano la cultura perché senza questa si dimentica e si stravolgono i fatti. Solo con la cultura si può diventare cittadini partecipi della storia». Non è mancato, nel breve discorso del vescovo, un riferimento alla situazione geopolitica che viviamo e ascoltiamo tutti i giorni dai bollettini di guerra che giungono da diverse parti del mondo: «viviamo il rischio continuo che il nome di Dio venga usato per la guerra, quando invece le religioni devono essere al servizio della fratellanza e della pace». Ha concluso il suo intervento invitando tutti “a essere vigili, perché la storia ci ha dimostrato che anche dopo la fine della Seconda guerra mondiale le atrocità e i crimini contro la dignità dell’uomo si sono verificati nuovamente in Europa”.
 

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