facciata oratorio ok

“Fior d‘ogni fiore, buona signora Tina Fontanella, a lei diamo il cuore, pieno di gratitudine e d’amore. Fiorinfiorello, l’asilo Fontanella è proprio bello!”, così al canto di queste innocenti strofe nell’anno 1947, il giovane prete don Antonio Conti, successore di don Danilo Maltinti, inaugurò, alla presenza della nobil donna Tina Fontanella, l’asilo infantile parrocchiale.
E’ ciò che l’amica Ancilla Toti, da bambina presente all’evento, bisnipote di don Pietro Bini, sacerdote a Cenaia e sepolto nel cimitero paesano, riporta nei suoi racconti giovanili.
Non ci può essere un presente ricco e fecondo se non vi è stato un passato copioso di una buona semina.
Ed oggi se Cenaia inaugura il suo oratorio alla presenza del vescovo diocesano Andrea, coadiuvato dal parroco p. Lorenzo, da tutto il consiglio parrocchiale e da tanti parrocchiani presenti con la partecipazione del sindaco D’Addona, il comando dei carabinieri della stazione locale, della polizia municipale e di tutte le rappresentanze del volontariato, non possiamo non ricordare i sacerdoti che quei semi, nel territorio cenaiese, l’hanno sparsi con intelligenza, amore e cura, su un terreno ben lavorato e preparato.


Come non pensare a don Maltinti ed a don Conti costruttori della parrocchia dopo la II° guerra, a don Lido Franchini con la sua voglia di fare nell’esuberanza del suo carattere?I nostri ricordi recenti ci riportano a don Morelli Otello, “il nostro priore” per antonomasia, uomo buono, disponibile con tutti, ligio ai suoi doveri sacerdotali che per oltre 30 anni ha retto la parrocchia con riconoscenza di tutta la popolazione, in special modo, quando con lungimiranza, intuì che l’asilo non poteva più dare i suoi frutti, affidò l’intera struttura alla neo-nata Misericordia, la quale la adeguò alle nuove esigenze sociali.
Ed infine don Marco Pupeschi che con grande amarezza, consigliato dai tecnici, dovette chiudere per cedimento strutturale, l’intera struttura ed iniziare a chiedere al vescovo la completa ristrutturazione.
Mons. Fausto Tardelli, allora vescovo della nostra diocesi, comprese quanto la mancanza di un oratorio parrocchiale rendesse difficile un’azione pastorale proficua ed incisiva per una comunità viva ed in pieno sviluppo, così concesse il suo parere favorevole per un radicale intervento.
Questa è la storia ed oggi la parrocchia di Cenaia festeggia il lieto evento: l’oratorio è pronto! E come allora nel 1947 possiamo cantare: è proprio bello! Grazie Signore!
Questa esclamazione carica di gioia e di entusiasmo viene convalidata da una spontanea e fraterna partecipazione di tanti parrocchiani e da una schiera numerosa di bambini che con la loro serenità ed allegria hanno già tracciato il percorso dell’oratorio: formare ed educare giocando.
E’ stata stimolante la presenza del vescovo Andrea in mezzo a questi ragazzini, da lui spronati a cantare le canzoni che il complessino lanciava, a saltare, a rispondere a qualche domanda.
Nell’abbondanza di una copiosa tavola imbandita dalle brave donne cenaiesi, è emersa la realtà di una frase celebre che don Danilo Maltinti ha sempre evocato: “Il popolo cenaiese è molto generoso ed al suo prete non fa mai mancare le primizie delle loro agresti attività”.
L’edificio è una nuova costruzione similare nella forma esteriore a quella originaria, progettata nel suo insieme non solo per sviluppare progetti formativi ed educativi per giovani, modellandosi sui loro bisogni, ma anche per creare un centro di coesione umana tra tutta la comunità cenaiese.
Un grazie sincero di piena riconoscenza, come ha ricordato p. Lorenzo, vada alla nobil donna Tina Fontanella, di cui la nuova struttura mantiene, in suo ricordo il nome e per la sua edificazione, nella metà degli anni ’40 donò terreno e risorse finanziarie.
Al vescovo Fausto, a mons. Mario Botrini, vicario episcopale per l’ufficio amministrativo diocesano, a Silvia Lenzi, architetto, all’ing. Gronchi che hanno curato il progetto, alla ditta costruttrice SIMAS, alla signora Anna Maria Agostini, economa parrocchiale che con dedizione ed assoluta precisione e trasparenza tiene in piena regola i libri contabili, alla signora Virgili Laura che con sacrificio si impegna nei lavori organizzativi, al diacono Anio Picchi, sempre disponibile per offrire il suo aiuto nella consolidata esperienza di aver vissuto per molti anni in mezzo ai giovani come presidente diocesano dell’Azione Cattolica ed a tutte quelle brave persone che si dedicano con entusiasmo, convinzione e fantasia all’intera vita pastorale della parrocchia.
Un particolare ringraziamento, e qui la commozione prevale su qualsiasi sentimento, vada alla famiglia Bregant che, in piena libertà, ha offerto una lauta donazione. La parrocchia tutta deve una grande riconoscenza a questa famiglia che attraverso la fraterna amicizia che la lega a p. Lorenzo, ha scelto, in memoria dei suoi cari, Cenaia ed il suo oratorio, fucina di formazione cristiana, di studio, di educazione.
Un grazie ancora alla famiglia di p. Lorenzo, residente in India, per il contributo offerto ed a lui personalmente che dal suo insediamento come parroco, ha seguito costantemente ogni fase di avanzamento lavori .
E’ proprio vero che nel suo mistero la Divina Provvidenza non ha confini!
Una nota di compiacenza vada alla nostra Misericordia che ha elargito anch’essa un cospicuo aiuto.
Un’esortazione al nostro vescovo Andrea, affinchè segua con interesse e con cura la vita attiva dell’oratorio, la valuti nella sua efficacia, offrendo idee, proponendo progetti, rendendo sempre vivo l’entusiasmo dei suoi animatori che, in base al loro rispettivo ruolo, catechisti, collaboratori, genitori ed amici si sentano costantemente coinvolti nell’intenzione e nella progettazione educativa, complementare a quella del prete e del religioso.
Con l’inaugurazione di oggi l’oratorio è pronto, attende la sua organizzazione e programmazione di attività per renderlo attivo e sempre più propositivo verso tutti.
“Se una mano benefica strappa i giovani per tempo dai pericoli, li avvia a una carriera onorata e li forma alla virtù per mezzo della religione, essi si fanno capaci di giovare a sé ed agli altri, diventano buoni cristiani, savi ed onesti cittadini, per divenire un giorno fortunati abitatori del cielo”. (Don Bosco)

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