CRESPINA - La nostra diocesi di San Miniato è ricca di chiese, santuari, oratori, in cui storia ed arte si intrecciano in armoniosa bellezza, frutto di una fede allora manifesta, vissuta, sentita.
Fra queste costruzioni che ancora oggi arricchiscono il nostro territorio vi è immerso sulle colline crespinesi l’Oratorio di Maria SS. e S. Ranieri, un vero gioiello settecentesco da salvaguardare e recuperare, forse fin troppo sconosciuto nel vasto complesso di Villa Belvedere nella parrocchia di Crespina.
Il passare del tempo, le vicende ecclesiastiche, i passaggi di proprietà e soprattutto il disinteresse comune al valore storico-artistico hanno tentato di rovinarlo ed impoverirlo fino quasi a farlo dimenticare alla stessa popolazione.
L’amore alle cose veramente belle, però, hanno risvegliato l’interesse di questa comunità, costituendo un comitato per il recupero ed il restauro di questo gioiello, ispirato ai modelli delle chiese romane del cinquecento.
L’impegno si è fatto forte ed ha già dato i suoi frutti.
È stato scelto come primo intervento il restauro, interamente finanziato dalla popolazione in collaborazione con la Proloco ed il consiglio parrocchiale della tela della contessa Giovanna Cataldi del Testa del Tignoso, nobil donna che nella metà del ’700 volle erigere ai confini del parco della villa questa nicchia di originale bellezza.
Così sabato scorso con la celebrazione della S. Messa ad opera del parroco padre Lorenzo si è potuto ammirare, nei suoi colori, la sua ritrovata luminosità.
Perché tanto impegno, tanta predisposizione volontaria a cercare risorse e mezzi per il completo restauro?
L’Oratorio di proprietà della parrocchia è uno dei più belli e significativi esempi di architettura sacra rococò dell’area pisana, nonostante abbia una modesta superficie di costruzione a sua disposizione.
«La cappella, si legge nella sua didascalia tecnica, ha soprattutto all’interno, un’ incredibile forza scenografica grazie a un complesso sviluppo planimetrico simmetrico a tre navate con la parte absidale circolare».
Se questa è la descrizione strettamente artistica e strutturale del tempio, che si avvolge nel suo insieme in una spettacolare ed emozionante bellezza, non è da meno la raffinatezza dello stile architettonico della struttura che ben si fonde con l’apparato decorativo progettato dall’arch. Mattia Tarocchi nel 1774, caratterizzato da «finte architetture e da elementi decorativi tardo manieristici».
Non manca in questo quadro di accorta attenzione, la funzione storico-sociale che questo sacro edificio ebbe nei suoi anni di attiva espansione contadina, quando le numerose famiglie trovavano «soccorsi spirituali ed ogni domenica, alla S. Messa, la spiegazione del Vangelo».
Completare l’intera ristrutturazione di questo gioiello è imperativo, non solo per l’amore verso l’arte ed la storia, ma per aver compreso ed apprezzato il bene spirituale e materiale che la contessa Maria Giovanna Cataldi Del Testa Del Tignoso, figura di donna colta ed emancipata, ha offerto ad intere generazioni.