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CASTELMARTINI - Sessanta anni fa, il giorno 17 del mese di giugno Don Franco Malucchi.
Prendeva possesso della Parrocchia di San Donnino in Castelmartini, piccolo paese agricolo, comprendente anche una parte del Padule di Fucecchio. Aveva 30 anni e una gran voglia di darsi da fare per quella popolazione che gli era stata affidata, coadiuvato
Dalla sua famiglia che lo aveva seguito da San Miniato.
Fin da subito la casa canonica fu aperta a tutti e le relazioni tra il Parroco e la sua gente furono amichevoli, talvolta andava nei campi per poter tranquillamente parlare con
I suoi coetanei mentre stavano lavorando. Parlava dei suoi progetti, di quello che avrebbe voluto fare, e ben presto dalle sue idee scaturivano i fatti concreti. Non voglio star qui ad enumerare quante cose ha fatto in tanti anni di ministero a Castelmartini, perché ormai tutti sanno, ma vorrei sottolineare il modo di essere di questa persona, che al di là dei suoi umani limiti sapeva "farsi prossimo" per i suoi parrocchiani.
Ricordo che stava molto attento a noi bambini di allora per capire se ci fossero problemi nelle nostre famiglie o se qualcosa ci turbava, e chi si trovava in difficoltà sapeva che poteva andare a chiedere aiuto al Priore. Famiglie hanno avuto il pane pagato dal fornaio, viaggi per andare a visitare parenti all’ospedale, altre aiuti diversi,Ma lui non sapeva dire di no.


In tempi più recenti, sapevamo bene, che la sua generosità veniva mal ripagata, e di questo ci permettevamo di rimproverarlo un po’. Lui abbassava la testa, sorrideva, mugugnava sotto voce e ci diceva che non poteva fare diversamente.
Il suo interesse più preciso erano i bambini, a loro pensava sempre, faceva il catechismo, li riuniva per farli giocare e con l’occasione insegnava. Quando i libri nella maggior parte delle nostre case non circolavano c’era la sua biblioteca, a disposizione di tutti, ed io ne ho approfittato alla grande.
Amava il teatro e così organizzava le nostre recite, fece il palcoscenico, si occupava personalmente dei costumi, degli scenari che costruiva da solo o con l’aiuto di qualcuno aveva tra i suoi parrocchiani alcuni che considerava amici fraterni, e con i quali talvolta discuteva animatamente, ma era sempre pronto ad andare a cercarli, lui per primo, e non importava chi dei due avesse ragione, voleva ricostituire l’unione.
Aveva un modo speciale di avvicinarsi alla gente, silenzioso, bonario, sempre con semplicità ed umiltà, mai mettendo in primo piano la sua persona. Soffriva la solitudine e mai e poi mai avrebbe voluto restare solo, così fino all’ultimo spicciolo delle sue forze ha continuato a restare attaccato ai suoi impegni.
Io penso che le sue buone opere, che sono state tante, lo abbiano preceduto e accompagnato nel regno dei cieli, e che le sue debolezze umane, che come tutti aveva, siano
State dimenticate, dato che noi crediamo che saremo giudicati sull’amore.
Vorrei ringraziare, ancora una volta, il Signore per il grandissimo dono della missione di Don Franco in mezzo a noi per oltre 50 anni, e approfittare dell’occasione per dire anche un Grazie di vero cuore a quelle pochissime persone che gli sono state accanto fino alla Fine, sostituendosi alla sua famiglia che ormai non esisteva più.
Ora riposa nel nostro cimitero, nella sua amata Castelmartini, anzi, no, qualcuno dice di avere visto in sogno gli Angeli portarlo via. A noi resta il ricordo, la gratitudine ed un filo di nostalgia.

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