LA SERRA - Un ciclo di otto icone in stile bizantino per raffigurare la settimana della Creazione e l’ottavo giorno, la Domenica senza tramonto. Un progetto che l’iconografo Andrea Trebbi ha realizzato nel corso dell’estate e che è stato destinato all’ingresso dell’area parrocchiale di La Serra. In occasione della sua partecipazione alla tradizionale festa sull’aia, il vescovo mons. Andrea Migliavacca, la sera di sabato 2 settembre, ha benedetto le icone, che d’ora in avanti accoglieranno i fedeli che si recano in chiesa e offriranno una sorta di catechesi per immagini ai passanti.
Per molti la presenza dell’edificio sacro lungo la strada poteva passare del tutto inosservata. Ora, ha testimoniato un parrocchiano attento osservatore, sono sempre di più le persone che si soffermano per farsi un segno di croce.
Le icone si leggono come la Bibbia ebraica, da destra a sinistra. Le prime sei icone scandiscono l’opera del Creatore, raffigurato sempre con il volto di Cristo, le vesti che cambiano colore e un cartiglio chiuso in mano. L’icona corrispondente al sabato, rappresenta il riposo trinitario: riprendendo la famosa raffigurazione di Rublev, le tre Persone divine siedono intorno al cerchio dell’universo uscito dalle loro mani. Il progetto della Creazione però è ancora arrotolato e sigillato.
L’ultima icona rappresenta la tomba vuota e le tre Marie, le mirifore, che non portano in mano gli oli profumati bensì il calice, pane e le ampolle dell’acqua e del vino per la celebrazione della Santa Messa. Le attende seduto sulla pietra rovesciata del sepolcro un angelo con la stola sacerdotale. Adagiato sul masso c’è il cartiglio del progetto di Dio finalmente aperto, sul quale si legge: «Non abbiate paura, Cristo è risorto!».
L’artista Andrea Trebbi ha spiegato che inserendo quel messaggio ha voluto sottolineare come il progetto di Dio sia un progetto di misericordia e che quell’esortazione a non avere paura è rivolta a tutti noi.
Una meditazione fatta di luci e di colori, che è anche un invito a valorizzare meglio il tempo che ci viene donato, a prendere coscienza del significato della domenica come giorno del Signore, che anticipa l’eternità, e a vincere quella paura che ci prende talvolta di fronte al male e alle contraddizioni del mondo.