EDITORIALE - «Occorre aver fede e pazienza ragazzi: la giovinezza è una malattia che guarisce col tempo». Lessi questa frase, di non ricordo più quale celebre autore, quando avevo vent’anni. Mi frastornò. Ci colsi il colpo di coda, cinico e avvelenato, di chi non potendo più dare cattivi esempi si era ridotto a dispensare apparenti buoni consigli. Lì per lì non mi curai di approfondire la biografia di questo «eletto». Forse si trattava davvero di qualcuno cui gli affronti della vita avevano ridotto a maestro di disperazione.
Che dire?! Sono poche le cose che ho davvero imparato da quando sono uscito dal grembo di mia madre. Tra queste brilla una certezza: nella vita chi non è in grado di fare luce, almeno non faccia ombra.
Soprattutto a tutti quei giovani che sono a rischio di entrare nel cono grigio di questi «illuminati», consiglierei una sana diffidenza: in guardia ragazzi dai profeti di sventura, dai moderni «Geremia» dal volto lugubre che sanno solo esser ladri di speranza.
Gettate invece il cuore oltre gli ostacoli. Generosamente. Innamoratevi della vita. Avete dalla vostra la bellezza, la freschezza e un pizzico di sana e necessaria incoscienza, che in dosi omeopatiche è l’ingrediente decisivo per essere creativi: «tutti sapevano che quella cosa era impossibile da realizzare, finché non giunse uno che non lo sapeva e per questo la realizzò».
Lanciatevi nella mischia, senza Potere ma portandoci dentro molto sapore. Si ragazzi, abbiate sapore, insieme ad una necessaria dose di sapere, e non coltivate desideri da sottosviluppati, perché come dice Papa Francesco, siete venuti al mondo per lasciare un’impronta.
Occupatevi di cultura, di politica, di sociale. Ingaggiatevi! Ma per farlo - vi scongiuro - preparatevi alla scuola di Cristo, la sola che possa insegnarvi una sana allergia ai compromessi; la sola che possa addestrarvi a non conformavi alle lusinghe del mondo. È solo la veracità della sequela di Gesù che educa a non ossequiare quel Potere che costringe ad obbedire ad ordini che nessuno ha pronunciato.
Siate dissonanti allora, scomodi e anche rompiscatole se necessario. Siate la cattiva coscienza di questi tempi necrofili e fuggite come la peste i quattro cavalieri dell’apocalisse che dettano legge oggi: l’egoismo, l’individualismo, l’edonismo e il nichilismo. Hanno le ore contate sull’orologio della storia, Cristo li ha già vinti, una volta per tutte, anche per voi.
E non dimenticate mai che Gesù non ha detto «voi siete il miele della Terra!», ossia qualcosa di dolce e di molle. Gesù ha detto «voi siete il sale!», qualcosa che sulle ferite brucia, qualcosa che seppur piccolo è però in grado di insaporire il mondo.
Ecco... ci sono ricascato! Come i vecchi "soloni" che volevo biasimare, ho scritto troppo. Chiudo allora: siate santi ragazzi! Salvatevi l’anima, e se vi ci rientra aiutate anche gli altri a salvarsela.