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SAN MINIATO - Coltivate l’amicizia, AC di San Miniato, vogliatevi davvero bene. Sia questa la vita dell’AC in diocesi, sia questa la vostra presenza nella nostra comunità cristiana».
Con queste accorate parole il vescovo Andrea concludeva il suo saluto agli aderenti all’Azione Cattolica riuniti a San Miniato, domenica 19 febbraio, per la XVI assemblea diocesana elettiva. Sono parole prese a prestito da un altro vescovo a cui stava a cuore l’associazione, mons. Tonino Bello, che consegnò lo stesso messaggio ai giovani dell’AC di Lecce nel 1993.
Circa cinquanta soci di Azione Cattolica, in rappresentanza delle associazioni parrocchiali, si sono incontrati per verificare il triennio appena concluso, confrontarsi sul percorso futuro, offrire nel sacrificio eucaristico le gioie, le fatiche, le speranze di coloro che tramite l’Azione Cattolica vivono una particolare vocazione laicale di discepolato e testimonianza cristiana in comunione con la Chiesa locale.
Accanto alle note fatiche dell’AC (riduzione dei numeri, difficoltà nel ricambio delle responsabilità) il vescovo Andrea ne ha sottolineato anche le potenzialità: l’AC è una via di attualizzazione del Concilio Vaticano II, una delle poche realtà che valorizza il laicato e che si pone a servizio dell’unica pastorale diocesana, un’esperienza che fa della formazione permanente per le varie fasce di età una specifica scelta. «Come vescovo voglio bene all’AC e alle persone di AC; è una realtà che voglio sempre più considerare in diocesi, anche attraverso il confronto condiviso su obiettivi e cammini da fare; è una realtà che chiedo a parrocchie e parroci di accogliere e promuovere».
MONTOPOLI - Un anno ricco di eventi per l’associazione Culturale “Arco di Castruccio” di Montopoli, che lo scorso 18 febbraio ha inaugurato la sua nuova sede nel centro storico dell’«insigne castello».
«Si tratta di un’associazione impegnata a fare cultura perché capace di far giungere a persone di ogni estrazione sociale messaggi qualitativamente significativi – ha dichiarato Marzio Gabbanini, uno dei soci fondatori – che permettano a tutti di sentirsi parte integrante di un tessuto sociale e storico del quale condividere valori, tradizioni, problemi senza la percezione di un prodotto culturale talvolta troppo elitario».
SAN MINATO - Una delle immagini più toccanti proiettate alla conferenza di mercoledì 15 febbraio sulla situazione dei Cristiani in Siria è stata quella di un frate francescano che, armato del solo secchiello con l’Acqua santa e dell’aspersorio, cammina tra le macerie delle case per benedire i luoghi e le persone colpite dai bombardamenti.
«La gente sente il bisogno di vivere nella benedizione» ha detto fra’ Matteo Brena, parlando dei cristiani di Aleppo che aspettano la visita del sacerdote non appena i missili lanciati dai ribelli danno un po’ di tregua. Accanto al bisogno di sentire il conforto della fede, c’è quello di tornare per quanto possibile alla normalità a cui rispondono, andando contro la logica economica più banale, gli ingegneri della parrocchia che ricostruiscono e rendono di nuovo abitabili le case distrutte prima ancora che la guerra sia finita.
DALLA DIOCESI - Mercoledì 15 febbraio l’aula magna del Seminario vescovile ha ospitato la quarta conferenza del ciclo “Costruire la pace è possibile: insieme per conoscere e capire”.
Queste conferenze intendono portare nella nostra diocesi le testimonianze di cristiani che vivono o che hanno studiato i paesi del Medio Oriente e i rapporti islamo-cristiani. Le loro parole, infatti, sono uno strumento privilegiato per conoscere realtà distanti dalla nostra e per ascoltare i problemi dei cristiani in quelle terre.
Se la conferenza di gennaio aveva riguardato il modello libanese di coesistenza islamo-cristiana, l’incontro di mercoledì scorso ha riguardato il dramma della Siria, dove la coesistenza tra cristiani e musulmani è stata
distrutta dalla guerra iniziata nel 2011, attraverso la testimonianza del professor Marcello Mollica, antropologo dell’Università di Pisa, che lavora da anni con le minoranze cristiane in Medi Oriente, e di Fra’ Matteo Brena o.f.m., commissario di Terra Santa della Toscana.
CASCIANA TERME - La Messa dei ragazzi. Non è una battuta spiritosa o per svalutare la Messa, centro del culto cristiano a Dio. E’ un’esperienza che viviamo una domenica al mese su suggerimento della commissione liturgica del Consiglio pastorale e va avanti da qualche mese. La prossima "edizione" sarà domenica prossima, 26 febbraio. E’ una Messa per e con i ragazzi nel senso che i ragazzi vengono coinvolti al massimo: nell’incontro catechistico precedente la Messa prendono contatto con il brano del Vangelo, fanno dei lavori grafici che vengono esposti in chiesa ben visibili, a cui il celebrante fa riferimento durante l’omelia, che per l’occasione è dialogata con i ragazzi; il celebrante sta in mezzo a loro; i ragazzi fanno i vari servizi: dall’ingresso all’offertorio, dai canti a gesti siginificativi. Insieme a loro si mobilita il coro e coloro che suonano. Anche la disposizione intorno all’ambone e all’altare subisce qualche trasformazione per rendere la celebrazione più partecipata. Insomma, c’è tanta "vita" in questa maniera, ed anche i grandi, spesso molto critici, trovano motivi di gradimento e di approvazione.