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SAN MINIATO - Ancora un incontro in diocesi sulla situazione dei Cristiani in Medio Oriente. Il ciclo di incontri «Costruire la pace è possibile?» il prossimo 15 marzo vedrà la presenza di Padre Khalil Samir, esperto di livello internazionali di medio Oriente e dei rapporti tra Cristiani e Musulmani.
Padre Samir entrò nell’Ordine dei Gesuiti nel 1955, ad Aix-en-Provence (Francia), e s’impegnò in studi di Filosofia, Teologia e Islamistica.
Si laureò con una tesi di teologia cattolica orientale e islamica. In seguito istituì in Egitto venti scuole per imparare a leggere e a scrivere ed insegnò quindi per 12 anni nel Pontificio Istituto Orientale a Roma.Nel 1986 si trasferì nel Libano, allora sconvolto dalla guerra civile, e attualmente insegna nell’Université Saint-Joseph di Beirut, specializzata nello studio della teologia cristiana e dell’islamistica, continuando però ad insegnare ogni anno al Pontificio Istituto Orientale di Roma senza interruzione dall’anno accademico 1974 ad oggi.
SAN MINIATO - Ancora un incontro in diocesi sulla situazione dei Cristiani in Medio Oriente. Il ciclo di incontri «Costruire la pace è possibile?» il prossimo 15 marzo vedrà la presenza di Padre Khalil Samir, esperto di livello internazionali di medio Oriente e dei rapporti tra Cristiani e Musulmani.
Padre Samir entrò nell’Ordine dei Gesuiti nel 1955, ad Aix-en-Provence (Francia), e s’impegnò in studi di Filosofia, Teologia e Islamistica.
Si laureò con una tesi di teologia cattolica orientale e islamica. In seguito istituì in Egitto venti scuole per imparare a leggere e a scrivere ed insegnò quindi per 12 anni nel Pontificio Istituto Orientale a Roma.Nel 1986 si trasferì nel Libano, allora sconvolto dalla guerra civile, e attualmente insegna nell’Université Saint-Joseph di Beirut, specializzata nello studio della teologia cristiana e dell’islamistica, continuando però ad insegnare ogni anno al Pontificio Istituto Orientale di Roma senza interruzione dall’anno accademico 1974 ad oggi.
Nelle utlime settimane politica e stampa non hanno parlato d’altro che di eutanasia, suicidi assistiti, testamenti biologici, “rischi” di mancanza di medici abortisti.
Queste, isnomma, le urgenze del nostro Paese.
Poi d’improvvisto scoppia la bomba mediatica e ci accorgiamo di una cosa che in fondo già tutti sapevano, ma che sembra interessare pochi: le nascite in Italia continuano a crollare a picco. Mentre a Roma si discute di varie forme di morte, la vita (non solo a Sagunto) è espugnata.
SANTA CROCE - La pace era di casa la sera del 2 marzo scorso, al teatro Verdi di Santa Croce. In occasione di un dibattito organizzato dall’amministrazione comunale sul tema del “Mediterraneo e le sue instabilità”, che ha visto sul proscenio come relatori il nostro vescovo mons. Andrea Migliavacca e il presidente dell’Ucoii (Unione comunità islamiche d’Italia) Izzedin Elzir, la platea offriva in un colpo d’occhio l’immagine di una convivenza non soltanto possibile e auspicabile, ma già in atto. In prima fila il sindaco Giulia Deidda e il parroco mons. Romano Maltinti. Intorno alle autorità civili e religiose, tanti santacrocesi giovani e meno giovani, autoctoni e non, compresi alcuni volti dai tratti inconfondibilmente arabi, barbe e caffettani, che gremivano la sala e si affacciavano dai palchi del delizioso teatro. Il moderatore, Pierluigi Conforti, professore di Diritto Ecclesiastico all’Università di Pisa, più volte ha riportato il discorso sulle difficoltà nei rapporti tra le grandi religioni monoteiste e sulle tensioni presenti nel bacino del Mediterraneo e nel Medio Oriente, ma i due relatori hanno mantenuto fino in fondo uno sguardo positivo e fiducioso.
Leggi tutto...«Ha tolto un peso ai suoi cari, anch’io farei lo stesso». Questa frase non è la prima volta che la sento o leggo e impone una riflessione, al di là della posizione pro life o pro choice. Fino a che punto è libera una persona che sceglie di morire sentendosi un peso per gli altri? Quanto è libera una società che fa sentire chi è in difficoltà un ostacolo sociale? E’ dunque libertà? Il punto è: introdurre l’eutanasia alimenterebbe questa cultura dello scarto, dell’altro come «peso inutile e gravoso»? Secondo me sì, tale mentalità verrebbe legittimata. Una libertà solo apparente.