CIGOLI - Dal 1980 al 1986 ci si dovette accontentare d’una copia, pur realizzata bene da Mario Del Bubba.
All’inizio era tanta la speranza di ritrovare l’originale. Poi, però, con il passare del tempo, senza segnali, era subentrata la rassegnazione.
Peccato, si diceva guardando la copia.
Io sinceramente smisi di sperare nel 1984, dopo falsi allarmi, numerose notti in bianco, viaggi lunghi.
Smisi di sperare, sopraffatto dalle tante voci. Troppe.
L’immagine è stata bruciata.
L’immagine è stata spezzata.
L’immagine è ormai oltreoceano.
Fino a quel pomeriggio inoltrato (ore 19,45 circa) del 6 dicembre 1986, pieno di nebbia, quando qualcuno suona alla porta della canonica. Erano passati più di sei anni dal furto.
Apro la porta, un grosso pacco, un’auto che se ne va, non mi fu possibile vedere chi fosse, sopraffatto dalla commozione, dallo stupore, ma sinceramente non ho parole per manifestare ciò che accadde nel mio animo.
Quella notte non chiusi occhio pensai, pregai, osservai quella bella immagine restituita, forse volevo essere sicuro che fosse veramente quella.
Al mattino ore 7,30 (domenica S. Messa Parrocchiale) finalmente potei rivolgermi ai miei parrocchiani con queste parole: «Vorrei esternare a tutti la mia gioia, ma le parole non sono sufficienti per esprimere i sentimenti del mio animo. La Signora di venerabile aspetto, che abita a Cigoli accanto a Rocco e Michele, è tornata nel suo santuario e, dall’alto del colle, volge il suo sguardo verso tutto il Valdarno e l’intera Diocesi. Vi sembrerà retorica il riferimento al miracolo del 21 luglio, invece è la pura e semplice realtà».
Sono state dette tante cose e lo saranno ancora, ma io ho la certezza che chi ha riportato l’immagine è stato spinto dalla sua fede e dalla sua devozione a Maria. Dio, infinitamente misericordioso, si è servito del pentimento di uomini per operare un segno della sua misericordia e quindi è giusto ringraziarlo e poi ringraziare colui che, anche rischiando umanamente, ha messo al servizio di Dio il suo pentimento e la sua devozione per operare questo segno.
Nei giorni che seguirono la restituzione, vidi molta gente accorrere al santuario con le lacrime agli occhi, e io ho pianto con loro per la gioia che riempiva il mio animo. La folla, perché di folla si è trattato, ha ascoltato la parola di Dio, in quei giorni, e credo che nei tanti momenti di silenzio dinanzi a quello sguardo e a quel sorriso celestiale, abbia anche riflettuto per poter avvicinarsi al Signore così come hanno fatto coloro che hanno compiuto un tale sacrilegio. Ora mi auguro che tutto si converta in testimonianza.
Conclusi allora e concludo oggi con quanto scritto a margine del testo antico, relativo al miracolo del 21 luglio1451, che dice tra l’altro: «Nei vostri pericoli, nelle vostre angustie, nelle cose dubbiose, parlate a Maria, invocate Maria e sarete esauditi».