CRESPINA - Due monumenti arricchiscono il territorio di Crespina: la maestosa chiesa parrocchiale, di una potenza architettonica da farla apparire una cattedrale e l’Oratorio settecentesco SS. Maria e S. Ranieri, inserito nel grandioso complesso di Villa Belvedere. La comunità di Crespina, con quella di Tripalle, ha sempre occupato a livello diocesano attenzione e pregio per i sacerdoti che hanno guidato queste comunità parrocchiali, tra cui, senza togliere alcun merito pastorale e liturgico a nessuno, spiccano i nomi di don Lelio Mannari, don Vasco Simoncini e don Idilio Lazzeri, ancora attivo nel suo esercizio sacerdotale.
Sono tre sacerdoti che hanno segnato con la loro totale dedizione, con il loro costante impegno e con il loro immenso amore verso la chiesa diocesana samminiatese, particolari, proficui e fecondi momenti di religiosa attività pastorale.
Oggi i parrocchiani di Crespina continuano questa tendenza di impegno verso la loro parrocchia, testimoniando la loro volontà e caparbietà nel riportare al suo originale splendore l’Oratorio in Belvedere, un vero gioiello settecentesco in raffinato stile rococò.
La prima loro iniziativa è stata di costituire un comitato specifico per sensibilizzare l’intera comunità e per trovare risorse economiche e finanziarie per la sua restaurazione.
Dobbiamo dire brave a queste persone, poiché son riuscite ad avere un contributo dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa di 204.000 euro ed iniziare così nel dicembre 2017 i lavori per il restauro del tetto e dei parametri esterni dell’Oratorio.
L’intervento si concentra principalmente sulla parte esterna dell’edificio, al fine di eliminare le cause che hanno provocato ingenti danni alle decorazioni, agli affreschi ed in generale agli esterni.
È il primo passo, il più importante e a questo ne seguirà un altro, per il recupero dell’apparato decorativo interno della Chiesa.
Perché tanto interesse verso questo Oratorio?
La prima risposta è data dal suo significativo disegno architettonico, quale esempio dei più validi dell’area pisana.
La cappellina ha, soprattutto all’interno, un incredibile forza scenografica, grazie a un complesso sviluppo «planimetrico simmetrico a tre navate con la parte absidale circolare».
L’interno dell’Oratorio emula i modelli delle chiese romane del cinquecento, in particolare San Pietro in Montorio del Bramante.
La raffinatezza dello stile architettonico della struttura ben si fonde con l’apporto decorativo progettato dall’architetto Mattia Tarocchi, caratterizzato da «elementi decorativi tardo manieristici che affiancano altri di gusto neoclassico».
La seconda risposta è data nel ricordare la funzione religiosa, sociale e storica di questo complesso.
Pensare al popolo ed alla sua educazione religiosa e civile fu il tratto distintivo che segnò l’esistenza dell’Oratorio, di cui la contessa Maria Giovanna Cataldi Del Testa Del Tignoso seguì e finanziò la sua intera costruzione.
A questa importante figura di donna colta ed emancipata si lega l’azione pastorale dell’abate Ranieri Tempesti, rettore della cappella e fratello del famoso Giovan Battista, pittore.
Fu veramente un aiuto, «punto centrale tra le parrocchie di Tremoleto, di Tripalle, di Sant’Ermo, di Usiliano e di Lari - come ricorda lo storico Mariti - né mancano qui quei soccorsi spirituali che possono trovare altrove; ed ogni domenica dal rettore si fa dall’altare la spiegazione del Vangelo».
Un plauso quindi vada a questo comitato, con la speranza che giunga presto all’obiettivo finale: l’Oratorio risplendente della sua luce liturgica ed artistica.