Samti patroniOk

DALLA DIOCESI - Racconta un delizioso apologo medievale che Inferno e Paradiso si somigliano in tutto: due luoghi bellissimi, pieni di luce e di calore, con al centro un’enorme tavola riccamente imbandita e corredata di raffinatissime posate. Posate però, a prima vista, inutilizzabili, in quanto lunghissime, molto più lunghe dell’estensione di un braccio umano. C’è solo un’unica decisiva differenza tra queste due situazioni: all’Inferno i dannati usano quelle posate per arraffare il cibo a pù non posso e portarselo, vanamente, alla bocca, finendo in questo modo per ferirsi, ferire gli altri dannati e sciupare disastrosamente la tavola. In Paradiso, al contrario, quelle stesse posate, assecondando creativamente il comandamento dell’amore, vengono usate nell’unico modo possibile: chi le impugna non imbocca se stesso, ma gli altri che siedono dalla parte opposta della tavola.

Ci tornava in mente questa antica leggenda sul senso della fraternità cristiana, ripensando alle belle iniziative delle «cene con i santi» che da alcuni anni diverse parrocchie della nostra diocesi organizzano nella notte tra il 31 ottobre e il primo novembre.
Ci è sembrato allora utile andare un po’ in giro a raccogliere testimonianze e scattare qualche foto.

A Perignano quasi duecento persone hanno risposto all’appello di don Zappolini, assiepando i locali della struttura dedicata a Madre Teresa di Calcutta. Dopo la Messa vespertina, hanno pensato l’ottimo cibo e i generosi vini a generare rapidamente un clima di amicizia e di gioia, amalgamando alla comunità anche i numerosi extra-parrocchiani intervenuti. Don Armando invitando tutti a partecipare aveva scritto nei giorni precedenti: «La vigilia della solennità di Tutti i Santi è stata ormai da anni contaminata da una tradizione anglosassone rilanciata negli anni negli Stati Uniti, la festa di Halloween. Il grande business commerciale che accompagna ormai ogni evento laico o religioso ha fatto sì che entrasse nelle abitudini anche delle nostre famiglie e dei nostri ragazzi».
A tal proposito, chi ha figli sa quanto risultino veritiere queste parole. Senza voler ingaggiare sterili scaramucce di retroguardia, occorre pur sempre segnalare quanto impegno richieda, da un po’ di anni a questa parte, ai genitori che fanno un cammino di fede, aiutare i figli a "depurare" la percezione indotta su questa centrale ricorrenza cristiana. «Ci è sembrato perciò opportuno - continua don Armando - senza voler fare nessuna crociata contro chi ha altre visioni della vita (anche se talvolta sono mosse solo da motivazioni commerciali) di riaffermare che per noi cristiani il 31 ottobre è soprattutto la vigilia della festa dei santi e che noi preferiamo cenare con loro piuttosto che con fantasmi e zucche vuote».
Ogni tavolo a Perignano era "presidiato" dall’immagine e dalla frase di un santo, con richiamo esplicito alla «vita buona del vangelo», per usare la bella espressione di papa Francesco. Insomma «un bel modo - conclude don Zappolini - di passare insieme una serata in compagnia di grandi uomini e donne santi che continuano ad aiutarci e a volerci bene dal cielo».
Non sono mancate le sorprese: ad un certo punto ha fatto la sua comparsa nel salone parrocchiale anche Simone "Baco" Bachini, noto videoreporter free-lance che ha realizzato un bel servizio per il tg di Italia 7, andato in onda la mattina successiva. Infine, ciliegina sulla torta, proprio al momento del dolce è arrivato, applauditissimo, a portare il suo affettuoso saluto anche il nostro vescovo Andrea.

Sintonizzato sulla stessa lunghezza d’onda di don Armando anche don Udoj da Galleno che ci dice: «Anche quest’anno ai miei ragazzi ho cercato di far arrivare il messaggio che i Santi non sono dei super eroi ma delle persone in tutto simili a noi, che hanno saputo interpretare al meglio il mandato dell’amore. Li ricordiamo perché vogliamo diventare come loro. Non a caso il titolo che abbiamo dato alla nostra iniziativa era "La festa per il santo che c’è in te", perchè i Santi siamo noi».
La soddisfazione per la riuscita della serata, che ha visto una partecipazione ben più nutrita rispetto agli anni passati, è palpabile nelle parole di don Udoj: «Ho proposto ai ragazzi di "adottare" un santo, di conoscerne e approfondirne la figura e la storia. Quest’anno il passa parola ha funzionato bene, ci siamo ritrovati in 85 nel tendone della Pro loco del paese». Anche in questa parrocchia delle Cerbaie, insieme alla Messa, all’Adorazione e alla Confessione comunitaria si è tenuta una cena conviviale. Ci racconta ancora il parroco nigeriano: «Si è trattato di un evento dai caratteri inter parrocchiali che ha visto la partecipazione di tante persone venute da comunità vicine. Giovani coppie e giovani famiglie con orde festose di bambini al seguito. Poi tombola con i santi patroni delle città italiane. Ancora a mezzanotte nessuno accennava a voler levare le tende, e tra loro i bambini risultavano essere i più strenui nella resistenza alle ore piccole». Visto l’esito della serata, don Udoj racconta quasi per colmo di paradosso che alla fine ci toccherà essere grati per l’importazione di questa festa commerciale che è Halloween, perché ci sta obbligando come cristiani a riscoprire l’essenza delle nostre radici e in particolare il culto dei santi: «Le persone diventano suscettibili se la butti sulla contrapposizione o su toni da crociata. E allora basta semplicemente non parlare di Halloween e parlare dei Santi».
Per l’anno prossimo don Udoj ci confida un’ambizione: «Vorremo chiedere a ogni bambino della parrocchia di scegliere un santo, di approfondirne la storia. Poi con l’aiuto di tutti, confezionare i costumi caratteristici dei santi scelti e invitare, dopo una breve processione attorno alla chiesa, questi bambini a partecipare alla Messa solenne del primo novembre con l’abito del santo, concludendo poi il tutto con un giro per il paese proponendo un inusuale "dolcetto-santino"».

A Le Melorie i riti della sera del 31 ottobre sono diventati oramai tradizione, essendo questo il sesto anno che vengono proposti in parrocchia. Don Romani racconta che questa volta è stato organizzato un quiz sui Santi. Dopo aver fatto studiare ai bambini l’iconografia dei Santi canonizzati più celebri «li abbiamo coinvolti in un giro di domande a premi, sul riconoscimento di dettagli salienti della loro iconografia tradizionale». E nel sottolineare le positive ricadute pastorali di questa iniziativa, aggiunge: «Ciascuna parrocchia porta avanti un proprio metodo educativo. Durante tutto l’anno è coinvolta tutta la nostra comunità parrocchiale (catechisti, animatori parrocchiali, ecc.) nell’accompagnamento e nell’educazione dei ragazzi. Per noi è risultato abbastanza semplice far cogliere ai bambini la differenza tra Halloween, con la proposta commerciale che si porta dietro, e i Santi». Alla cena organizzata alle Melorie ha partecipato quest’anno anche un invitato d’eccezione, il nostro vescovo Andrea.

Anche padre Andrea Ficcadenti da Cerretti ci narra di una bella pagina di vita parrocchiale: circa 120 adulti e 60 ragazzi, dopo la Messa vespertina e dopo una generosa apericena allestita nei locali della prioria, hanno organizzato la cosiddetta «pesca del Santo»: da un sacchetto contenente centinaia di santini, ogni partecipante estraeva un santo, destinato a diventare il suo speciale patrono fino alla prossima ricorrenza nel 2019. A più di qualcuno è toccato anche il santino del nostro Pio Alberto Del Corona, il santo «vescovo bianco».
Poi dopo aver liberato palloncini luminosi verso il buio della notte, allegoria plastica dei Santi che vanno con la loro luce a popolare il cielo, i ragazzi di Cerretti, seguiti dai genitori, hanno incominciato a sciamare per le strade del paese per una tecnologica caccia al tesoro in versione 2.0: attraverso i codici "QR", interpretabili solo attraverso gli scanner degli smartphone, hanno dato vita al «caccia la strega... e trova il Santo».
Che dire di più?! Ci piace chiudere con il ritornello che i bambini di Galleno hanno intonato durante tutta la serata: «Paradiso, Paradiso, preferisco il Paradiso». San Filippo Neri docet.

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