Sabato 22 marzo, dalle ore 9.30 alle ore 12.30, alla presenza del Vescovo, un incontro per la presentazione degli atti della Prima Settimana Sociale dei cattolici della Toscana (tenutasi dal 3 al 5 maggio 2031 a Pistoia) e dell’Agenda di Speranza per la Toscana. l’incontro coinvolgerà i circa 25 delegati diocesani che hanno partecipato alla tre giorni di Pisotia, ma è aperto ai sacerdoti, ai vari membri degli uffici pastorali, alle associazioni e ai movimenti.
Gli atti e l’agenda di speranza sono stati già presentati, a livello regionale, il 30 novembre scorso sempre a Pistoia, ma la volontà è quella che in ogni diocesi le sfide e gli impegni emersi possano trovare, in primis nei delegati, ma anche nel popolo di Dio, concreta risonanza e possano diventare orientamento di un cammino a servizio delle speranze degli uomini e delle donne del nostro territorio. Tre grandi sfide sono emerse - insieme ad altre - nei lavori della Prima Settimana Sociale: famiglia, giovani e lavoro. Temi quanto mai attuali che interpellano la nostra fede e la nostra testimonianza di cattolici nella società. Il nostro ritrovarci insieme vuole essere l’ulteriore segno ed impegno ad integrare in maniera quanto mai opportuna la pastorale diocesana su alcune questioni sociali di rilevanza fondamentale, magari anche a cercare in maniera «profetica» piste di impegno concreto per il nostro territorio. Ci stimola in questo senso anche la Lettera Pastorale di Mons. Tardelli per il triennio 2014-2017, soprattutto laddove individua le molte ferite che contraddistinguono il nostro vivere e al contempo i cinque ambiti di missione (giovani, famiglia, lavoro, immigrati, cultura) a cui siamo chiamati.
Nelle parole conclusive del card. Betori a Pistoia, i cattolici venivano inviati ad osare di più: «Per tornare ad essere significativi nella vita sociale e politica è altresì necessario che i cattolici, osino di più nel loro quotidiano operare, elaborando proposte e assumendo impegni e responsabilità chiare e coerenti, misurandosi con i problemi reali, riscoprendo la fatica del confronto, valorizzando l’autentica autonomia delle realtà terrene senza abdicare alla specificità cristiana, che sa incarnare i valori perenni nella mutevolezza dei problemi concreti, concorrendo a «produrre un nuovo pensiero», a «esprimere nuove energie», a intraprendere un «discernimento» caratterizzato da «realismo», a immaginare «soluzioni nuove» (Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate).
È con questo spirito che ci convochiamo, fiduciosi che il Signore, che guida la Chiesa incontro ad ogni uomo, «proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l’uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione». (GS, 22)