Lo scorso 11 marzo don Francesco Zucchelli, parroco a San Miniato e La Scala e canonico della Cattedrale, si è licenziato, “summa cum laude”, in Sacra Teologia, indirizzo “Liturgico Pastorale”, presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova (Santa Giustina), incorporato alla Facoltà di Teologia del Pontificio Ateneo di Sant’Anselmo in Roma.
Il canonico Zucchelli ha sostenuto una tesi dal titolo: “The Gospel on their knees (ndr «Il Vangelo in ginocchio») - Prospettive per una teologia liturgico-pastorale in John Henry Newman nel periodo anglicano. (1801-1845)”. Relatore della tesi la professoressa Anna Maria Calapaj e censore il professor Gianni Cavagnoli che ben conosciamo, in quanto è stato relatore degli ultimi due incontri del 2° Convegno liturgico diocesano.
Nella sua tesi, brillantemente esposta e sintetizzata nella discussione, don Francesco ha compiuto un paziente e certosino lavoro di ricerca e analisi degli scritti del Beato John Henry Newman nel periodo Anglicano (ovvero prima della sua conversione al Cattolicesimo avvenuta il 9 ottobre del 1845, data nella quale tra l’altro è stata fissata la memoria liturgica), ponendo particolare attenzione a quei passaggi che trattano più direttamente argomenti inerenti la liturgia, da cui emerge con forza la dimensione sacramentale della Chiesa attraverso cui scorre la grazia vivificante di Dio. “Nella prospettiva della teologia liturgica – afferma nella tesi -, il pensiero di Newman sembra muoversi intorno a due movimenti: l’accondiscendenza di Dio verso gli uomini nei sacramenti e l’ascesa degli uomini attraverso la partecipazione ad essi, in virtù di una crescita che si realizza mediante l’economia della salvezza. In questo senso la liturgia diviene luogo di mediazione che rende possibile questo “scambio mirabile”. Allo stesso tempo, però, la liturgia sembra essere intesa come qualcosa che supera ciò che la compone, essa è più dei suoi riti e dei suoi formulari”. Riprendendo il titolo stesso della tesi potremmo sintetizzare che la liturgia è per Newman il luogo dove i Cristiani apprendono il Vangelo “in ginocchio” (“on their knees”), cioè nei gesti e nell’atteggiamento della preghiera, piuttosto che in sterili elucubrazioni mentali.
La ricerca dello Zucchelli si è particolarmente concentrata sui sermoni in cui Newman tradusse nella pratica pastorale, a partire dal 1828 (quando divenne parroco della parrocchia universitaria di St Mary the Virgin di Oxford) quanto sosteneva in ambiente accademico: tali sermoni infatti costituiscono una pietra miliare nel panorama letterario dell’epoca vittoriana e, allo stesso tempo, un’opera dal grande spessore spirituale sebbene ancora poco conosciuta in Italia, come poco conosciuto è il cosiddetto movimento di Oxford (detto anche “trattariano” o “ritualista”) che ebbe in Newman uno dei massimi esponenti.
L’unanime apprezzamento dei docenti si è alla fine tradotto nell’auspicio che il canonico Zucchelli possa proseguire e approfondire anche altri aspetti interessanti emersi dalla tesi, specie in ordine al conseguimento di un successivo dottorato. Ovviamente ci auguriamo che accetti!
A don Francesco vanno intanto le nostre più calorose felicitazioni per l’importante traguardo accademico raggiunto nel campo degli studi di Liturgia Pastorale di cui certamente trarremo beneficio, anche dato il suo particolare incarico diocesano di direttore dell’Ufficio Liturgico.