Joomla gallery extension by joomlashine.com
SAN DONATO - Domenica 7 novembre 2016 ha fatto visita alla piccola parrocchia dei Santi Giuseppe e Anna in San Donato di S. Maria a Monte il vescovo della diocesi di San Miniato, mons. Andrea Migliavacca, per affiancare il parroco del paese nella celebrazione eucaristica e soprattutto per far dono ad alcuni giovani della parrocchia del sacramento della Cresima. La Messa è stata celebrata anche per commemorare l’anniversario del cinquantesimo anniversario dell’alluvione che duramente colpì il nostro territorio. Alla presenza di molte autorità, tra cui la sindaca di Santa Maria a Monte Ilaria Parrella, il consigliere regionale Andrea Pieroni, numerosi assessori di questo Comune, il governatore della Misericordia di Santa Maria a Monte, la presidente dei Frates di S. Donato e molte altre rappresentanze, il parroco don Simone ha fatto un piccolo excursus di quelli che furono gli avvenimenti dal 1966 ai primi anni ’70.
Leggi tutto...Passano i giorni e gli alunni del liceo Marconi sono ancora incerti sul proprio futuro scolastico. Una situazione angosciante per tanti di questi giovanissimi e per le loro famiglie. In attesa che si risolva la discussione sulla "nuova sede" provvisoria del liceo, alcuni ragazzi si sono sfogati, nel corso della festa del Tartufo, con i missionari di Nuovi Orizzonti che svolgevano attività di evangelizzazione di strada e di ascolto dei problemi delle persone. Tra una preghiera e la scelta casuale di una parola biblica che potesse parlare alla situazione di ognuno, quegli studenti hanno manifestato la preoccupazione che maggiormente li affligge. Un grido che non può essere ignorato.
Riproponiamo per questo numero del giornale diocesano alcuni articoli usciti sulla “Domenica” nei giorni immediatamente successivi l’alluvione di novembre. Ci pare un degno modo per ricordare quei tragici momenti con le parole di chi li ha vissuti e descritti. La prossima settimana proseguiremo con le parole del vescovo di quel tempo, Felice Beccaro, e una testimonianza inedita di alcun «angeli del fango» tra Santa Croce e San Miniato.
A S. Croce sull’Arno
Rimarrà tristemente memorabile questo 4 novembre 1966, il giorno dell’ansia tremenda per l’Arno che saliva, saliva… fino in cima al muro di protezione, da cui già filtrava l’acqua come dalla strada di Lungarno Tripoli, facendo temere che da un momento all’altro travolgesse col muro, le case del centro della nostra cittadina. Sarebbe stato un disastro irreparabile! In quelle ore di grande trepidazione furono fatte ferventi preghiere dinanzi all’Immagine di Santa Cristina e il pericolo più grande fu scongiurato, ma nella notte, in seguito ad una falla prodottasi nell’argine all’altezza di S. Donato, masse di acqua limacciosa invasero tutta la pianura, portando lo sgomento in tre quarti della Parrocchia. Tante famiglie sorprese nel sonno dalla piena improvvisa fecero a tempo appena a rifugiarsi ai piani superiori e sui tetti, mentre la maggior parte del bestiame affogava e la zona industriale con due metri d’acqua subiva danni incalcolabili nei magazzini di pelli, già pronte per la spedizione, nei grandi depositi di pelli secche, di prodotti chimici, nelle concerie. In questo vero disastro di cose, meno male non ci sono state vittime umane…. E il centro abitato è rimasto all’asciutto, così è stato facile organizzare i soccorsi.
La contemporaneità dell’alluvione in tante parti d’Italia, specialmente in Toscana, Firenze, Grosseto, ha ritardato l’invio di mezzi anfibi, elicotteri fino alla domenica 6. Solo allora è stato possibile arrivare in certe zone e trasportare persone, stremate dalla paura, dalla sete e dalla fame. Sabato 5 era stata la giornata di coraggiosi interventi di giovani, che con piccoli canotti di gomma e con natanti di fortuna, ricavati con tavole legate insieme a bussoli vuoti o tronchi d’albero …. Eppure con questa specie di zattere furono tratte in salvo tante persone e fu possibile provvedere ai casi di particolare urgenza e se non altro mantenere un contatto umano con chi aveva bisogno di sentirsi aiutato. Le autorità hanno fatto tutto quello che era nelle loro possibilità per venire incontro alla popolazione, così duramente provata. In tutta Santa Croce è nata ua gara di solidarietà e di fraternità nell’accogliere nelle proprie abitazioni i sinistrati e nel fare in modo di alleviare il più possibile il disagio di tante famiglie, rimaste con i panni in dosso.
E’ da augurarsi che questa solidarietà umana e cristiana serva a favorire la fratellanze e lo scambievole aiuto per una sollecita ripresa di Santa Croce.
CASTELFRANCO - Il Comune di Castelfranco di Sotto, uno dei centri più multiculturali del Comprensorio, assieme a S. Croce, esprime appieno l’insieme delle criticità del territorio, ma anche le opportunità e le risposte dell’amministrazione, guidata da Gabriele Toti:
Sindaco, ci racconti la sfida dell integrazione a Castelfranco
«Possiamo anche continuare a far finta di niente, ma la nostra società, e parlo di quella italiana, sta diventando multiculturale. La nostra realtà castelfranchese ci conferma il quadro nazionale: molti cittadini da tanti anni vivono, lavorano ed hanno figli che frequentano le scuole qui. Abbiamo percentuali superiori alla media (siamo al 14%) di stranieri per il fatto di trovarci in centri industriali ad alto tasso di impiego di lavoratori extracomunitari. Le attività di integrazione devono portare alla conoscenza reciproca. Sono convinto che considerare i valori di riferimento civili e religiosi delle nostre comunità, salvaguardarli, valorizzarli non vada in contrasto con politiche di integrazione. Siamo italiani, ogni giorno e non solo in contrapposizione ai nuovi arrivi: uno straordinario popolo accogliente ed ospitale, capace di trasformare ogni situazione difficile in occasione di crescita ed arricchimento culturale e sociale.
Da poco abbiamo approvato un disciplinare con norme più precise in caso di ricongiungimenti per cittadini stranieri. Tra le norme c’è una responsabilizzazione dei proprietari degli alloggi con cui gli stessi attestano, assumendosene la responsabilità, tramite apposite certificazioni, lo stato dell’alloggio e degli impianti. In un anno siamo passati da 21 richieste concesse, nel periodo giugno-settembre 2015, a 7 nel periodo giugno - settembre 2016».
In ogni comune la parola "degrado" ha assunto un significato diverso. Qual’è quello di Castelfranco, quali sono le problematiche principali?
«L’aspetto più importante è recuperare il senso di comunità e il senso di appartenenza. A Castelfranco ha assunto un significato diverso il concetto di lotta contro il degrado: quest’ultimo può essere rappresentato da una scritta che imbratta un muro, un vetro rotto o poca manutenzione in uno spazio pubblico. L’obiettivo dell’Amministrazione è di restituite a poco a poco al nostro paese la sua bellezza: Strade, chiostri, piazze, muri, puliti e curati. Il bello educa al bello e, in tutti questi anni, i nostri cittadini hanno dimostrato di avere cura e preoccupazione per proprio paese. In questo senso ricordo quanto di positivo è stato fatto: con il percorso di Castelfranco Bene Comune, abbiamo delle aziende private o gruppi di cittadini che provvedono alla gestione delle aree a verde con uno sconto sulla bolletta tari (tassa sui rifiuti)».
Diffusione di sostanze illegali anche tra i più giovani, bullismo ed emergenza scuola. Quali di queste criticità interessa di più il suo comune.
«Sono problematiche di cui sentiamo quotidianamente parlare e che ci troviamo a gestire. Nell’affrontare questi fenomeni non siamo soli ed agiamo in accordo con le istituzioni scolastiche ed i servizi sociali: in alcuni casi c’è stato anche il coinvolgimento di associazioni sportive, inserendo nelle squadre giovanili alcuni ragazzi che si trovavano in condizioni ’di marginalità’. Lo sport può avere anche questo valore. Esiste, un problema di spaccio di sostanze stupefacenti che interessa i nostri boschi delle Cerbaie. Su questo versante, registro una fortissima azione da parte dell’Arma dei Carabinieri e la collaborazione del corpo forestale dello stato, pur nella limitatezza di personale.
Per far fronte a questi problemi è fondamentale la collaborazione delle famiglie, della scuola e di chiunque sia a conoscenza di situazioni di difficoltà perché conoscere ci permette di intervenire tempestivamente».