Il prossimo 11 febbraio si celebra la XXV edizione della Giornata del Malato, che anche quest’anno ricorda tutti coloro che stanno vivendo un momento di malattia e di difficoltà. Quest’anno l’appuntamento è al santuario di San Romano, a partire dalle 15,30, con la presenza del Vescovo Andrea. Tutti i parroci sono invitati ad accompagnare i loro infermi a questo momento di preghiera e di condivisione.
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DALLA DIOCESI - Prende il via una nuova iniziativa dell’ufficio comunicazioni sociali e cultura destinata alla valorizzazione e conservazione delle testimonianze storiche della nostra chiesa, in particolare con la volontà di tutelare il patrimonio fotografico della diocesi.

Per far questo intendiamo lanciare un appello a tutti i lettori e a tutti gli appassionati di fotografia che in casa hanno foto storiche, che ricordano un momento particolare della loro vita o dei loro avi, e che ritraggono luoghi, persone, paesaggi legati alla chiesa di san miniato.
Nei cassetti, nei bauli e nelle soffitte molti di noi hanno sicuramente dei ricordi di famiglia legati ai momenti della vita: matrimoni, prime comunioni, battesimi, cresime, oltre alle feste patronali, alle sagre, eventi diocesani, visite pastorali e via dicendo.
Le foto faranno parte di una raccolta che verrà presentata alla diocesi, che vuole raccontare la storia recente della chiesa di San Miniato attraverso gli occhi dei suoi fedeli.
Per inviare il materiale è possibile utilizzare queste modalità:
Per e mail, scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. , allegando l’immagine digitalizzata; per posta, scrivendo a Diocesi di San Miniato, Ufficio Comunicazioni Sociali e Cultura, Piazza Duomo 2, 56028, San Miniato;
consegna a mano presso gli uffici della curia vescovile, Piazza Duomo 2, San Miniato, dal Lunedì al Venerdì dalle 9,30 alle 12,30.

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PALERMO - A seguito di un lavoro di ricerca, recentemente svolto tra i fondi manoscritti della Biblioteca comunale di Palermo, è venuta alla luce un’interessante lettera del Beato Pio Alberto del Corona (1837-1912) indirizzata allo scienziato e viaggiatore Filippo Parlatore. La lettera si trova conservata nel "fondo Parlatore": un archivio privato donato alla biblioteca del capoluogo siciliano alla morte dello scienziato composto da migliaia di lettere spedite allo studioso da personalità della cultura italiane e straniere della seconda metà dell’Ottocento. Ci è parso significativo pubblicare la lettera inedita sul giornale diocesano proprio perché la nostra Diocesi è oramai intimamente legata alla figura del vescovo domenicano: una figura di pastore e uomo della cultura su cui ancora poco si è scritto, se si pensa, per esempio, all’immensa mole inedita delle sue lettere o all’assenza di uno studio specifico sul suo pensiero teologico. Ci proponiamo ovviamente di rendere conto su queste pagine di altri scavi archivistici che dovessero far emergere materiali inediti legati al Beato del Corona.
Chi era Filippo Parlatore?
Il destinatario delle lettera è lo scienziato Filippo Parlatore, nato a Palermo l’8 agosto del 1816, laureato in medicina nel 1834. Ben presto il giovane siciliano, che si era interessato anche di botanica e di studi floristici sull’isola, decide di varcare i confini della Sicilia borbonica per recarsi prima a Ginevra e poi nei maggiori centri universitari d’Europa. Durante questi viaggi egli ha modo di conoscere personaggi di spicco della scienza di quel tempo come de Candolle, Webb, von Humboldt. Ma è a Firenze, dove viene nominato direttore del nuovo Erbario Centrale Italiano (il centro di raccolta delle specie botaniche di ogni luogo d’Italia a scopo di ricerca), che il suo lavoro ottiene maggiore successo con diverse iniziative che fanno diventare Firenze la capitale degli studi botanici. Parlatore, a differenza di molti scienziati del suo tempo, è ancora un convito assertore del creazionismo, e quindi della botanica descrittiva sullo stile di Linneo, contro le correnti darwiniane. Non mancano, nel curriculum dello scienziato i viaggi per regioni italiane e all’estero, pubblicati talvolta in resoconti dettagliati dei suoi itinerari. Infine, l’ultima sua grande opera: l’organizzazione del Congresso internazionale di botanica e dell’Esposizione internazionale orticola, tenutesi a Firenze nel 1874, dove morirà il 9 settembre 1877. Non sappiamo dalla lettera rinvenuta, quando e come Filippo Parlatore e Pio Alberto del Corona possono essere entrati in contatto. Possiamo però leggere la lettera del Beato sanminiatese e cercare di comprendere il contesto.
La lettera
Scrive Pio Alberto del Corona:
«Carissimo professore,
grazie della sua lettera e delle pagine sulle piante. Mi hanno rallegrato e acceso la voglia di avere quelle altre righe sulla Rosa e sul Giglio. Mi basta che Ella descriva gli organi, le attinenze di quei fiori colle altre piante e cogli animali. Quando io conosco gli organi e le proprietà di un fiore, posso trarne ammaestramenti morali. Scusi la mia arditezza. Le sono grato delle cortesi espressioni che Ella usa meco, delle dolci notizie che mi porge di sua famigliola e del venerando Barone. Renda a tutti gli ossequi e le mie benedizioni. Penserò a pregare Dio che la benedica e renda fruttuoso il suo apostolato scientifico. Le mando questa mia lettera per le mani di Augusto Romei, giovane egregio, già mio alunno di filosofia e ammiratore di Lei. Nel porgerle questa mia, il giovane Romaei sarà lieto di fare la sua conoscenza. 29 luglio 1876 S. Miniato, aff.mo in G.C. + Fr Pio Alberto de’ Predicatori Vescovo di Draso e coadiutore del Vescovo San Miniato»
Il contenuto della lettera
La lettera viene inviata da Del Corona circa un anno prima della morte del professor Parlatore, da San Miniato, dove sappiamo collaborava pastoralmente con il vescovo Barabesi dal 18 gennaio del 1875 quando era stato nominato coadiutore. Il giovane Del Corona ringrazia per alcune pagine di botanica ricevute in dono, che avevano come tema i fiori della rosa e del giglio. Sono due, a mio parere, gli elementi interessanti della lettera che consentono di aggiungere qualcosa della personalità e dello spessore culturale del nostro vescovo beato. Innanzitutto la vastità della cultura e della preparazione che consentivano al Beato di assaporare anche scritti scientifici dimostrando proprietà di linguaggio: del Corona parla nella lettera di organi e proprietà del fiore; menziona il suo vivo interesse per il comparativismo scientifico. In secondo luogo merita di essere segnalata la motivazione che soggiace alla pura curiosità scientifica: dallo studio botanico il vescovo potrà ricavare "ammaestramenti morali".
Non c’è dubbio che Del Corona consideri degno il lavoro dello scienziato siciliano, oramai a Firenze da oltre trent’anni, e non meraviglia affatto che i due si conoscessero. D’altra parte la chiesa e il convento di San Marco dei Domenicani si trovano proprio a pochi passi dall’Orto botanico di Firenze che Parlatore aveva contribuito a rendere famoso in tutto il mondo.

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DALLA DIOCESI - Il triennio 2014-1017 è stato per il settore Giovani piuttosto ricco di soprese e di aspetti positivi. Siamo partiti con un numero piuttosto ristretto di giovanissimi (agli incontri a volte non si superava la decina di partecipanti), ma fiduciosi nella Provvidenza abbiamo continuato ad invitarli ai vari incontri e negli anni sono stati sempre più numerosi. I temi degli incontri e dei ritiri sono sempre stati scelti accuratamente dall’equipe, seguendo le guide offerte dal centro nazionale di Azione Cattolica, per far si che i giovanissimi potessero analizzare nel dettaglio alcuni aspetti della propria vita, del rapporto con gli altri, e soprattutto di quello con Dio, attraverso riflessioni, domande, film e testimoni. Questi momenti formativi si sono alternati con momenti di preghiera - adorazione davanti al Santissimo – che mensilmente venivano proposti in collaborazione con la Pastorale Giovanile. Per quanto riguarda i ritiri abbiamo cercato di spaziare in tutti e quattro i vicariati, dando la possibilità di una diffusa partecipazione: da Treggiaia a Stabbia, da Castelfranco a Ponsacco, da Agliati a san Donato di Santa Maria a Monte. Ciò ha garantito un riscontro piuttosto positivo sulla affluenza ai campi estivi a Gavinana. 

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DALLA DIOCESI - In Associazione siamo ormai prossimi alla conclusione del triennio 2014 - 2017. È quindi tempo di bilanci e pertanto, nella nostra piccola realtà di Azione Cattolica Ragazzi diocesana, abbiamo iniziato a rileggere il percorso associativo fin qui svolto, mettendo a confronto quanto siamo riusciti a fare in questi tre anni, con l’invito di Papa Francesco a vivere una "Chiesa in uscita", attraverso la consegna, al termine della XV assemblea nazionale del 3 maggio 2014, dei tre verbi: "Rimanere con Gesù", "Andare per le strade", "Gioire ed esultare sempre nel Signore".
Sono le tre sfide che abbiamo voluto cogliere a pieno, insieme a tutta la nostra Associazione, per farle diventare strade da percorrere in questo triennio, ormai giunto al termine, ma che ancora ci provocano per il triennio che sta per cominciare. Naturalmente siamo sempre stati ben consapevoli che le nostre forze erano impari rispetto al compito che ci stava davanti. Non ci siamo però scoraggiati e, anche se pochi, abbiamo cercato di fare nostra da subito la scelta missionaria suggerita da Papa Francesco.

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