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CIGOLI - Una giornata di festa come quella del 21 luglio a Cigoli in onore della Madonna Madre dei Bimbi non poteva esser più bella. Mons. Migliavacca, vescovo di San Miniato ha presieduto la solenne concelebrazione e in quest’occasione ha fatto presente «la lunga tradizione, la lunga storia di fede» che ha contraddistinto in questi secoli la venerazione della Madonna per i fedeli di Cigoli e non solo.
La splendida pagina del Vangelo, quella delle nozze di Cana, ci ha fatto partecipi della intercessione di Maria per la nostra vita: non si tratta solo della mancanza di vino ad una festa di matrimonio ma della preghiera della Madre del Signore, rivolta a Gesù affinché si compiano i tempi della salvezza del popolo di Dio.
Nel ricordare che la Vergine Santa «è custode della incarnazione di Dio cioè del venire di Dio in mezzo a noi» si è fatta necessaria la testimonianza del parroco Don Giampiero Taddei: «Io ho tutte le ragioni per ringraziare la Madonna che mi ha dato la possibilità anche in questo anno 2016 di essere a questa celebrazione perché ad un certo punto mi ero reso conto che poteva andare diversamente» per via della malattia.E allora affinché l’esperienza della Madre dei Bimbi, possa esser fatta propria in contesti parrocchiali e diocesani che non la conoscono, don Giampiero Taddei ha regalato ai concelebranti e al vescovo un importante e prezioso documento, una tesi di una ragazza della zona dal titolo «La Madre dei Bimbi di Cigoli. Storia dell’arte. Storia della devozione» importante per conoscere la venerazione di quest’immagine e di questa realtà della diocesi.
L'orrore di Nizza è ancora nei nostri occhi. Il pensiero che una bella festa su un lungomare bellissimo, in una sera d’estate, possa trasformarsi in una carneficina senza pietà ci pietrifica e mette in discussione molte delle nostre certezze. Questo attentato, rispetto ai precedenti, sembra aver avuto un impatto diverso sull’opinione pubblica internazionale e tra la gente si inizia a discutere animatamente di un problema che all’improvviso è diventato più vicino e tangibile. Accanto alla paura si fa strada la consapevolezza, o la percezione, che nessuno di noi è al sicuro. D’altro canto, com’è possibile fermare un pazzo o un gruppo di fanatici che in qualsiasi posto del mondo hanno deciso, per ragioni a noi sconosciute, di portare morte e terrore, senza alcuna logica e senza uno schema preciso se non quello dell’odio cieco e disumano? Spaventa anche la folle lucidità mostrata dai terroristi nella scelta degli obiettivi e nella comunicazione, che sembra avere un’efficacia dirompente. Si tratta di qualcosa di studiato e accuratamente pianificato. Queste persone non sono in preda a un raptus momentaneo, il loro odio per la società in cui vivono, e in cui anche noi viviamo, è talmente radicato che tutta la loro esistenza e la loro stessa morte è finalizzata alla sua destabilizzazione.
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CRESPINA - Nessun brano del Vangelo, come quello di Luca: la parabola del buon Samaritano letto durante la santa Messa, celebrata dal vescovo Andrea, all’Oratorio SS. Maria e S. Ranieri in Belvedere a Crespina, poteva essere il più idoneo per accompagnare e sintetizzare l’intera cerimonia durante la quale autorità e popolo si sono unite in questa culla di alto valore artistico per invocare, in prima istanza, l’aiuto di Dio nell’iniziare i lavori di ristrutturazione.
Questo è stato il motivo dominante dell’evento, illustrando nei suoi particolari, i lavori da eseguire, al vescovo Andrea, ai responsabili della Commissione Arte Sacra della diocesi, presente il Presidente, prof. Roberto Paolo Ciardi, professore emerito di Storia dell’Arte Moderna e Accademico dei Lincei, accompagnato dalla Dott.ssa Elisa Barani, al sindaco D’Addona Thomas, al parroco padre Lorenzo ed al popolo tutto.
Il passo del Vangelo di Luca è quello del Buon Samaritano: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico..» un brano di altissimo valore anche narrativo, quasi poetico, dove si può, fra l’altro, rivivere la descrizione manzoniana della madre di Cecilia, ed il vescovo Andrea nella sua omelia ha concentrato tutto il significato nel “comandamento dell’amore”: donare, servire, accogliere, aiutare, amare.
Si può trovare una similitudine tra la figura evangelica e ciò per cui si celebrava questo evento?
Si può amare un’opera d’arte?