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SAN MINIATO - Incontriamo Gesù - Orientamenti per l’Annuncio e la Catechesi in Italia" è il tema del 43° Convegno diocesano catechistico che si terrà il 28 e 29 agosto p.v. presso il Santuario «Madre della Divina Grazia» di S. Romano dalle ore 18.00 alle ore 23.00.
Il convegno si articolerà in questo modo: la prima sera è affidata al Vescovo di Adria-Rovigo, Mons. Lucio Soravito, uno degli esperti che ha lavorato per la stesura del documento, presenterà gli Orientamenti per la sua comprensione e attualizzazione nella nostra diocesi e successivamente si svolgeranno dei workshops per affrontare da vicino i temi emersi per una rinnovata diffusione del Vangelo nel nostro contesto culturale. La seconda sera è affidata alla catechista, Silvia Martelli che presenterà “la figura del catechista” alla luce degli Orientamenti che verrà poi studiata nei laboratori per definire meglio l’identità dell’evangelizzatore e del catechista nella cultura contemporanea.


«Si nota una diffusa fragilità della fede, sia per quanto riguarda la conoscenza dei suoi contenuti essenziali, sia per quanto riguarda l’integrazione tra fede e vita: obiettivi questi indissociabili dell’annuncio e della catechesi. Si avverte inoltre la necessità di una riflessione circa il rinnovato impegno dei laici - uomini e donne - in senso missionario», quindi l’esigenza della testimonianza e dell’annuncio del Vangelo.
La fede cristiana non è un insieme di norme, neppure una semplice “morale”, nasce dall’incontro con la Persona di Gesù Cristo. Il titolo «Incontriamo Gesù» esprime sinteticamente l’obiettivo a cui tende la formazione cristiana: l’incontro di grazia con Gesù. E’ un documento che vuole orientare la pastorale catechistica aiutandola a ridefinire i suoi compiti all’interno dell’azione evangelizzatrice della Chiesa, intesa come orizzonte e processo. Questi Orientamenti nuovi prendono spunto dai documenti precedenti della Chiesa sull’evangelizzazione e catechesi e tanti principi sono già ricordati e maturati in diversi ambiti ed ambienti mentre altri ancora sono da scoprire e promuovere. Nella convinzione della validità del progetto catechistico italiano promosso dal DB dovremmo formulare una proposta catechistica unitaria per scandire una comune grammatica dell’azione pastorale sotto la guida e il discernimento del vescovo senza spegnere la creatività. Non si tratta di immaginare un ulteriore modello di azione pastorale, quanto piuttosto di abbracciare un orizzonte di rinnovamento e integrazione attraverso una verifica in chiave missionaria (Mt 28,18-20), dando continuità ai cammini di conversione con passi semplici e concreti.
Le caratterizzazioni fondamentali del documento sono: l’assoluta precedenza della catechesi e della formazione cristiana degli adulti, e, all’interno di essa, del coinvolgimento delle famiglie nella catechesi dei piccoli; l’ispirazione catecumenale della catechesi con un’esplicita attenzione all’Iniziazione cristiana degli adulti (Catecumenato); una grande attenzione anche alla formazione di evangelizzatori e catechisti e alla proposta di fede rivolta ai preadolescenti, agli adolescenti ed ai giovani in continuità con la catechesi per l’Iniziazione cristiana ma anche in considerazione della realtà di «nuovi inizi» esistenziali.
Detto in altre parole il documento promuove l’impegno di tutte le comunità e di ciascuna delle sue componenti, per aiutare ogni persona ad incontrare davvero Gesù, guidandola a sperimentare la gioia della fede, a testimoniare la vita buona di chi ha abbracciato il Vangelo. Incontriamo Gesù interpella le nostre comunità educanti impegnate nel formulare itinerari di annuncio e di catechesi a vari livelli: dalla pastorale dei fanciulli e adolescenti, a quella giovanile e familiare.
Nella Chiesa l’educazione per la maturazione della fede è opera dello Spirito Santo, è Lui il Maestro interiore che sollecita l’adesione della persona a Cristo Salvatore nel cammino verso la Casa del Padre. Non è principalmente la quantità del lavoro che fa crescere la comunità, ma la qualità: una chiesa non la si organizza, ma la si genera con la fecondità dei carismi. E, fra tutti i carismi, quello della santità è il più fecondo. Al vigore del linguaggio, alla forza degli argomenti, all’efficienza delle strutture, la sensibilità dell’uomo contemporaneo può anche opporre resistenza: ma si arrende facilmente davanti ai segni della santità. Lo Spirito Santo ci consoli nello scoraggiamento, dandoci il gusto della comunione con Lui e con la sua presenza ci sveli il segreto per rendere il tempo fecondo e ci doni la Sapienza del cuore.
Scriveva Paolo VI con tanta lungimiranza e forza profetica: «Il mondo, che nonostante innumerevoli segni di rifiuto di Dio, paradossalmente lo cerca attraverso vie inaspettate e ne sente dolorosamente il bisogno, reclama evangelizzatori che gli parlino di un Dio, che essi conoscano e che sia a loro familiare, come se vedessero l’Invisibile. Il mondo esige e si aspetta da noi semplicità di vita, spirito di preghiera, carità verso tutti e specialmente verso i piccoli e i poveri, ubbidienza e umiltà, distacco da noi stessi e rinuncia. Senza questo contrassegno di santità, la nostra parola difficilmente si aprirà la strada nel cuore dell’uomo del nostro tempo, ma rischia di essere vana e infeconda»(EN 76).
Maria, Madre dolcissima del nostro Salvatore, colei che ha creduto alla Parola e l’ha servita, è in missione con noi e ci precede nel nostro cammino.

 

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