Strage moschee

EDITORIALE - Siamo ormai abituati, purtroppo, alle notizie di cristiani uccisi in chiesa da terroristi di matrice islamica, com’è avvenuto di recente in Pakistan, nelle Filippine, in Indonesia, in Nigeria, in Egitto... Un tributo di sangue che quasi non fa più scalpore tanto è reiterato. Il 15 marzo scorso sono stati invece 50 innocenti di fede islamica a morire in un attentato terroristico mentre pregavano in moschea, in una tranquilla città della Nuova Zelanda.

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SOCIETA' -  Il femminicidio è un fenomeno atroce e devastante che è pericolosamente radicato nella nostra società. Ogni giorno sia in Italia che nel resto del mondo tantissime donne subiscono violenze. In questo fenomeno sono coinvolte tutte le forme di discriminazione e violenza di genere che annullano la donna nella sua identità e libertà mediante maltrattamenti, violenza fisica, psicologica, sessuale, educativa, economica e patrimoniale. Molte donne ancora oggi non dicono di aver subito violenza ma si nascondono, per paura, dietro all’incidente domestico oppure decidono di non denunciare le minacce del marito o dell’ex marito, sempre nella speranza che le cose possano migliorare.

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SAN MINIATO - Lunedì 29 maggio nella chiesa di San Domenico a San Miniato, uno dei giovani del nostro Seminario diocesano ha ricevuto l’Ammissione agli Ordini Sacri. Si tratta del primo passo con cui la Chiesa riconosce ufficialmente la sua vocazione dopo un adeguato tempo di discernimento. Marco Paoli, della parrocchia di Capannoli, ha così iniziato ufficialmente il percorso verso il Sacerdozio.

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DALLA DIOCESI -  Mercoledì 15 febbraio l’aula magna del Seminario vescovile ha ospitato la quarta conferenza del ciclo “Costruire la pace è possibile: insieme per conoscere e capire”.
Queste conferenze intendono portare nella nostra diocesi le testimonianze di cristiani che vivono o che hanno studiato i paesi del Medio Oriente e i rapporti islamo-cristiani. Le loro parole, infatti, sono uno  strumento privilegiato per conoscere realtà distanti dalla nostra e per ascoltare i problemi dei cristiani in quelle terre.
Se la conferenza di gennaio aveva riguardato il modello libanese di coesistenza islamo-cristiana, l’incontro di mercoledì scorso ha riguardato il dramma della Siria, dove la coesistenza tra cristiani e musulmani è stata
distrutta dalla guerra iniziata nel 2011, attraverso la testimonianza del professor Marcello Mollica, antropologo dell’Università di Pisa, che lavora da anni con le minoranze cristiane in Medi Oriente, e di Fra’ Matteo Brena o.f.m., commissario di Terra Santa della Toscana.

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I vili attentati che hanno insanguinato Parigi lo scorso venerdì 13 novembre hanno risvegliato la vis polemica di numerosi commentatori che sono tornati ad attribuire alle religioni un ruolo primario nel creare divisioni, fomentare l’odio, diffondere terrore e ignoranza, arrivando a giustificare l’omicidio nel nome di Dio.
La religione, non solo quella islamica ma anche tutte le altre, incluso il cattolicesimo, è diventata così il capro espiatorio su cui gettare l’onta di tanta violenza che ha colpito la civilissima e laicissima Francia.
Viene da chiedersi però se la chiave di lettura della guerra santa o del jihad sia adeguata per interpretare gli attacchi dei terroristi affiliati allo Stato islamico.
Nonostante la retorica della guerra ai nuovi «crociati», che i jihadisti identificano con le grandi potenze occidentali, i principali obiettivi colpiti in Europa non avevano una connotazione specificamente religiosa: uno stadio, una sala da concerto, alcuni locali di ristoriazione, la sede di un settimanale.
Il credo islamico sembra più che altro un pretesto per giustificare atti di guerra che hanno altri obiettivi. E se il Santo Padre ha affermato che «Giustificare la violenza col nome di Dio è una bestemmia», a lui si sono uniti in Italia e nel resto del mondo anche molti fedeli musulmani che hanno ribadito l’estraneità della loro fede agli orrori del terrorismo.

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SAN MINIATO -   La mattina del 16 ottobre il vescovo eletto di San Miniato don Andrea Migliavacca  ha visitato per la prima volta l'episcopio e la cattedrale di San Miniato.Nel corso della breve visita il nuovo vescovo ha potuto visitare la Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Genesio, gli uffici della curia, gli alloggi, gli spazi del centro vocazionale di San Pietro alle Fonti. Il vescovo era accompagnato dal vicario generale della docesi di Pavia e da un sacerdote.

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«Quando io leggo nel Repetti “Santa Maria a Monte ha dato alla Chiesa la beata Diana Giuntini” tutti gli altri splendori si eclissano al mio sguardo, e mi spicca quell’unico grande splendore della verginità, vestita della possanza di Dio»

foto via crucis 2015

Nella sera della domenica delle Palme nel Duomo di San Miniato è stata eseguita la Via Crucis di Henri Ghéon. Ad accompagnare la recitazione degli attori della Compagnia Teatro giovani di Lucca c’era l’ensemble musicale diretto da Carlo Fermalvento. I commoventi meditazioni di Ghèon si sono alternate a brani tratti dalla tradizione musicale cristiana.
L’opera ha come protagonisti alcuni personaggi che assistono agli eventi della Passione e riflettono puntualmente su ogni tratto di quella dolorosa salita al Calvario, interpretando mirabilmente il sentimento di dolore e di amore che nascono nell’animo dell’uomo di fronte al sacrificio «dell’uomo dei dolori, che ben conosce il patire». Tra i molti volti che popolano quest’opera, uscita dall’intelligenza e dal cuore di uno dei più grandi drammaturghi cristiani del ’900, manca quello del Condannato, che, pur presente, rimane tuttavia sullo sfondo, in silenzio. Questa “presenza assente” di Cristo conferisce all’opera un grande potere suggestivo e un alto valore spirituale.
All’evento erano presenti le autorità diocesane e cittadine.

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«Il premio dei limpidi di cuore inizia da quaggiù. Chi ha l’occhio dentro purgato da nebbie di errori ei libidini vede Iddio più chiaramente che non i falsi sapienti e i pravi di cuore».

Ricreazioni evangeliche, San Miniato 1904

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