Scritto da Francesco Fiumalbi
SAN MINIATO - La memoria dei Caduti della Grande Guerra si intreccia alla vita politica, civile e religiosa del tempo. Non poteva essere diversamente: la vittoria italiana riportata sull'Impero Asburgico sancì il raggiungimento della definitiva unità nazionale, ma il tributo in termini di vite umane fu altissimo. Per dare un'idea, nel solo Comune di San Miniato – che all'epoca contava circa 21.000 abitanti – stando ai dati ufficiali persero la vita 456 persone (in combattimento, ma anche per malattia e compresi i dispersi). Anche la Chiesa, attraverso i sacerdoti, ma anche e soprattutto come istituzione presente in ogni comunità, dalla città fino alle piccole borgate sparse nelle campagne, si adoperò per ricordare e coltivare la memoria di quei giovani, alcuni addirittura appena diciottenni, ma anche di molti padri di famiglia, che non fecero ritorno dai propri cari.
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Scritto da Michael Cantarella
CALAMBRONE - Pippo Corigliano è un uomo di mondo, ma con lo sguardo sempre rivolto verso il cielo. Ha lavorato per tutta la vita a contatto con i grandi nomi del giornalismo italiano, direttori di importanti testate, uomini che hanno fatto la storia di questo paese. Eppure, all’ingresso di Stella Maris, il portavoce storico di Opus Dei si è commosso quando il presidente Maffei gli ha presentatol’Isituto di Calambrone come luogo di speranza, dove si leniscono le ferite delle persone. La presentazione dell’ultima fatica letteraria di Corigliano - avvenuta il 15 aprile scorso in collaborazione con l'Opera Spathacrux presieduta da Valerio Martinelli - diventa così un racconto appassionato tra le storie e i ricordi di grandi uomini – di fede o no – che per qualche motivo egli ha incontrato sulla strada e che hanno contribuito a tratteggiare la sua (e la nostra) «missione» per conto di Dio:
Cosa significa essere in missione oggi?
Ogni cristiano lo è, in forza del battesimo e della cresima. Gesù ha detto “come il Padre ha mandato me così io mando voi…” (Gv. 20,21). Per il cristiano comune non vuol dire convertirsi in un predicatore ma esercitare un apostolato di amicizia e di confidenza con le persone con cui ha contatto (lavoro, famiglia, amici), sempre ricordando che il canale da cui riceve lo Spirito Santo è la Comunione, la Confessione, la lettura del Vangelo, la preghiera, il Rosario: quelle pratiche del cristiano che sono come le finestre aperte al vento dello Spirito.
Nel libro parla di grandi personaggi che ha incontrato lungo la strada. Qual'è ilfilo conduttore che li lega?
Per me sono stati come autentici interpreti della santificazione del lavoro che mi hanno insegnato molto, ognuno a modo suo. Oggi non basta la dottrina occorrono i testimoni. Ogni persona è un mondo e da tutti c’è da imparare: l’importante è riconoscere i maestri e non farseli scappare. Per questo tratteggio la vita di Ettore Bernabei e di personaggi famosi come Leonardo Mondadori, Susanna Tamaro, Alessandro D’Avenia, Costanza Miriano… assieme a persone conosciute solo da me, come mia zia Lucrezia, la collaboratrice domestica Pina, il barone siciliano che ha il carisma dell’ospitalità e così via. Ci ho messo anche Indro Montanelli da cui ho imparato molto in fatto di professionalità, di signorilità, di amicizia.
Nel corso della chiacchierata a Calambrone lei si è commosso, quando il presidente maffei ha parlato di Stella Maris come luogo di speranza, dove nel concreto si vive "in missione..
Il presidente Maffei aveva descritto con efficacia lo stato d’animo delle famiglie che vivono le malattie dei loro figli, alcune con fiducia in Dio altre con disperazione. Il quadro delle sofferenze dei piccoli, specialmente attraverso la sguardo dei familiari, è commovente in modo irresistibile e ho macchiato la mia camicia con le lacrime: non ero in condizione di rispondere alla domanda su come comportarsi con loro, tanto più non avendo nulla da consigliare a chi già sta facendo così bene quel lavoro.
Che cosa si prova nel varcare le porte di Stella Maris?
Ho avvertito il desiderio che tutta l’Italia assomigliasse a Stella Maris. Rappresentando il nostro Paese come un mosaico di iniziative vorrei che ogni tessera del mosaico assomigliasse a quella di Stella Maris. Per prima cosa per lo spirito con cui si affronta il lavoro quotidiano, che è l’asse portante, il segreto dell’efficacia. Poi per la vastità dell’azione, la capacità di affrontare i casi più diversi, assieme al serio impegno di ricerca scientifica. C’è un desiderio di non accontentarsi dell’esistente e puntare ad un servizio più esteso e migliore: questo è un segno di vitalità.
Scritto da Michael Cantarella
MONTOPOLI VAL D'ARNO - Talvolta accadono cose strane. Accade, ad esempio, che una chiesa di campagna sia stracolma, in occasione della messa vespertina del sabato. E può capitare, inoltre, che sia stracoma per un’ occasione più unica che rara nel nostro tempo: una nuova suora che dice il suo «sì» definitivo a Gesù, circondata dalle consorelle e da una chiesa giovane e viva.
Può capitare, ed è capitato davvero alla vigilia della domenica del «buon pastore», giornata mondiale per le vocazioni sacerdotali e religiose, lo scorso 16 aprile, quando la parrocchia di Montopoli si è stretta attorno alle «sue suore» che festeggiavano l’ingresso di suor Yudith nella grande famiglia delle suore agostiniane del divino amore.
Ed è così che, in una chiesa colorata e vivace, la giovanissima suora proveniente dal Perù ha legato definitivamente la sua vita a Cristo nel corso della celebrazione presieduta dal vescovo di San Miniato, mons. Migliavacca. «“Le mie pecore ascoltano la mia voce…”. Questa parola di Gesù diventa ora preghiera. la nostra preghiera per suor Yudith, perché non smetta mai di ascoltare nella vita quella voce ¬– ha affermato il vescovo -. E’ anche la preghiera che altri giovani ascoltino la voce del Signore che chiama a seguirlo nella via della vita consacrata, della dedizione piena, del sacerdozio, dell’esistenza al servizio del vangelo».
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Scritto da Don Francesco Ricciarelli
DALLA DIOCESI - Una fedele della mia parrocchia mi ha parlato di una discussione avuta con un amico che si dice ateo. Questi l’ha provocata: “Ma come fai a credere in Qualcosa che non vedi?”. Questo è senza dubbio uno degli argomenti principali della non credenza, dai tempi dell’apostolo Tommaso fino ai nostri giorni. Argomento reso oggi ancor più efficace dagli straordinari successi delle scienze sperimentali, che ci hanno messo in grado di “vedere” e spiegare molte più cose rispetto al passato. Quella parrocchiana ha risposto all’amico non credente facendogli giustamente notare che lui stesso crede in diverse cose che non vede, ad esempio nell’amore dei suoi familiari. Al che l’amico ha ribattuto dicendo che l’amore, anche se non lo vede direttamente, lo può riconoscere attraverso i gesti dei suoi cari.
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