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Senza entrare nel merito dell’antica dicotomia tra azione e contemplazione, ci sembra che nella sua omelia pasquale il vescovo abbia voluto esortare la chiesa di San Miniato a vivere pienamente la gioia del mattino di pasqua che spinse i discepoli ad una corsa a perdifiato per annunciare a tutti ciò che avevano visto. L’esortazione a correre non può essere soltanto uno slogan, semmai un invito a lasciarsi alle spalle ogni tentazione di scoraggiamento e sfiducia, come quella che si respirava a Gerusalemme dopo il Venerdì di Passione.
DALLA DIOCESI - Sia fin da subito chiaro: credere o non credere in Dio e orientare la propria vita di conseguenza le considero scelte egualmente legittime. Non ho niente da dire su chi si professa ateo e si comporta in maniera onesta e rispettosa del prossimo. Sono infatti consapevole che sull’opzione di fede influiscono fattori biografici e predisposizioni personali che sfuggono a un’analisi precisa. Essendo la fede, dal punto di vista teologico, la risposta libera dell’uomo a Dio che si rivela nei tempi e nei modi che a Lui piacciono, sarebbe ingiusto attribuire alla non credenza in generale un aspetto di colpevolezza.
Non intendo quindi criticare l’ateismo come scelta personale, bensì quel fenomeno più specifico che potremmo definire “ateismo militante”. Mi riferisco a quella serie di comportamenti aggressivi messi in atto da chi, solitamente basandosi su argomenti di tipo filosofico, storico o scientifico, intende ridicolizzare i credenti, accusandoli di ingenuità, irrazionalità e ignoranza, e denigrare la religione presentandola come fonte di arretratezza, oscurantismo e violenza. Sono certo che il lettore avrà avuto modo di riscontrare questo tipo di argomenti nei più vari contesti, dal dibattito televisivo al best seller in libreria, dalla lezione del professore post-sessantottino alla polemica sui social network.
CAPANNE - Santa Faustina Kowalska, l’apostola della divina misericordia: è su questa figura che si è concentrata la conferenza tenutasi Giovedì 31 Marzo presso il cinema di Capanne. Come ha ricordato Don Fabrizio, che ha introdotto i lavori “la santa ha fatto della misericordia la sua missione di vita” ed è per questo che il santo padre Francesco l’ha voluta mettere in “rilievo durante quest’anno giubilare della misericordia”.
Il relatore, Don Carmelo Mezzasalma, laureato in filosofia, presbitero, poeta, saggista, critico letterario, studioso e biografo di santi, ha voluto presentare il messaggio che questa santa ha offerto a tutta la Chiesa, partendo da una sua esperienza: “negli anni in cui ero adolescente, negli anni del mio primo tentativo di diventare prete, un giorno mi capitò tra le mani l’immaginetta del Gesù misericordioso con sotto la scritta: Gesù confido in te. Dietro c’era una preghiera secondo le rivelazioni fatte a suor Faustina Kowalska”. Egli cominciò questa giaculatoria ma quando un sacerdote gli disse che quest’immagine era stata proibita dal santo uffizio del 1958, rimase sconvolto. Dovette attendere Papa Giovanni Paolo II affinché suor Faustina Kowalska venisse riabilitata e canonizzata come santa il 30 Aprile del 2000.
SAN MINIATO - Oggi ricordiamo la figura del prete soldato Giuseppe Agnoloni (1887-1967) - il canonico Agnoloni, come lo ricordano ancora i preti più anziani della Diocesi - la cui memoria è ancora viva tra quanti lo hanno avuto negli anni Cinquanta e Sessanta come insegnante in Seminario. Le informazioni che abbiamo trovato su questo dotto sacerdote saranno pubblicate in due puntate. A differenza delle altre piccole schede biografiche sui sacerdoti impegnati in vari ruoli nel primo conflitto mondiale, sul canonico Agnoloni abbiamo potuto infatti beneficiare, oltre che dei racconti dei confratelli che lo hanno conosciuto, anche della cortesia di un narratore di eccezione, il nipote dott. Raffaele, che in una lunga intervista rilasciata in Seminario, ha raccontato aneddoti, vicende, episodi simpatici sulla vita dello “zio Beppe” che sono andati ad arricchirei dati archivistici in nostro possesso. Giuseppe Agnoloni era l’ultimo di quattro fratelli – Enrico, Mario e Silvio – figli di Cesare,nativi di Corazzanno nel casato che prende ancora quel nome (“case Agnoloni”).
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DALLA DIOCESI - Domenica prossima, 3 aprile, avrò la gioia di essere ordinato Diacono, per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del nostro vescovo Andrea. Data l’occasione mi è stato chiesto di scrivere qualcosa per condividere quello che sto vivendo. Non è semplice mettere per iscritto quello che passa nel cuore e nella mente in questo periodo. Ricordi, volti. Mi scuserete se tratterrò qualcosa. Assieme a questo c’è anche tanta attesa. Cosa accadrà da ora in avanti? Quale volto della Chiesa vedrò come diacono oggi e sacerdote, se Dio lo vorrà, un domani? Ma su tutto, scende la pace della fede. Allora quello che posso dire e testimoniare è che il Signore è un Dio grande! Da quando ho memoria ad oggi, da quando ho sentito il Signore che mi chiamava al sacerdozio a quando sono entrato in seminario, da quel giorno ad oggi… mai il Signore mi ha abbandonato. Ed è questa la cosa più importante che voglio dire. Che è capitata nella mia vita ma che riguarda anche la tua. Dio c’è. Dio è grande. Dio si fa presente nella storia e la sua più grande prerogativa è di essere un liberatore! Anzi, l’unico liberatore!
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