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DALLA DIOCESI - A trent''anni dalla scomparsa, la diocesi ricorda il vescovo monsignor Paolo Ghizzoni spentosi l'11 giugno 1986, dopo essere arrivato nella chiesa cattedrale nel 1970.
Il compianto don Marrucci lo dipinse con queste parole: «La luce che brill sopra tutte sul candelabro di Paolo Ghizzoni Vescovo di San Miniato, fu senza dubbio la mitezza.
Lampeggiano ancora nella mente di tutti coloro che lo hanno conosciuto, o anche semplicemente incontrato, episodi, gesti, parole in cui questa virtù si esprimeva come un carattere connaturato.
Si può dire che tutto quanto il suo ministero nella nostra diocesi fu una interpretazione e anche una rappresentazione della beatitudine che in San Matteo recita proprio così: Beatii miti, perché erediteranno la terra... Paolo Vescovo fu un mite pastore.
Ed ora ci è dato di capire che questa sua qualità non connotava una debolezza... ma una forza. Questa forza che gli veniva proprio dalla
Lungimiranza che è la calibrata sintesi della intelligenza e della bontà. Lui le possedeva entrambe».
FUCECCHIO - Nonostante il tempo meteorologico poco favorevole la Chiesa della Vergine di Fucecchio era piena per la messa con il vescovo Andrea e i sacerdoti dell’unità pastorale della cittadina. Un giorno particolare, il 2 giugno, non solo per le feste civili della Repubblica ma anche per tutti i fedeli della locale comunità di Fucecchio. Il convento ha vissuto infatti due giorni di festa con la veglia del transito del 1° giugno e la santa messa alle ore 18 del giorno successivo, terminata con la processione per le vie del paese con la reliquia di San Teofilo, portata dai frati Minori giunti da Firenze per l’occasione. Un momento di festa, certo, impreziosito da una delegazione della Confraternita di San Teofilo di Corte, il cui gonfaloniere è anche vice sindaco della città. Nell’omelia del pastore diocesano sono stati ricordati brevemente i tratti eroici e le virtù del frate francescano, non solo per il periodo di permanenza a Fucecchio tra il 1736 e la morte quando aveva fondato il ritiro con regole claustrali, ma anche i brevi spazi della sua biografia nei quali Teofilo aveva viaggiato e portato la parola di Cristo in varie località d’Italia, da Subiaco alla Corsica, con lo spirito di chi esce e si dirige verso il contado e i paesini sperduti del Settecento. Ecco perché “il suo esempio è ancora attuale” e la devozione è giustificata proprio dal fatto che conoscere la sua vita consente a tutti di avere un modello di evangelizzazione cui rifarsi. Al termine della celebrazione don Andrea Cristiani ha ricordato la specialità della giornata nella quale erano presenti la Contrada Porta Raimonda, il gruppo Scout, i francescani, i cittadini corsi, il coro dell’unità pastorale, le autorità civili dei due paesi e anche i discendenti di uno dei miracolati di San Teofilo, Francesco Tognetti, che hanno sempre un legame profondo con il luogo che vide la guarigione del proprio avo.
Dopo la processione il vescovo Andrea ha conosciuto, in un ottimo conviviale organizzato dalla contrada, il Comitato istituito pro restauro della Chiesa della Vergine. Ne fanno parte rappresentanti della parrocchia nella figura dell’arciprete mons. Cristiani, il delegato della contrada Porta Raimonda e segretario del comitato Emiliano Lazzeretti, l’architetto Mimma Morelli per la parte tecnico architettonica, l’ex primo cittadino Claudio Toni e l’attuale vicesindaco professoressa Emma Donnini per i rapporti con gli enti locali e il found raising, gli storici Alberto Malvolti, Presidente della Fondazione Montanelli Bassi, Andrea Vanni Desideri, Direttore scientifico del Museo Civico di Fucecchio e docente di archeologia dell’Università di Firenze, e il dottor Alexander Di Bartolo per la parte storico artistica.
DAL GEMELLAGGIO RELIGIOSO A QUELLO CIVILE
Tra gli annunci della serata, certamente il più importante dal punto di vista istituzionale è stato quello dell’inizio dei lavori per istituire un gemellaggio civile tra i due paesi di Corte e Fucecchio. La presenza della Confraternita di San Teofilo, proveniente dalla città natale di San Teofilo, avente come capo delegazione proprio il vicesindaco della città, è stata l’occasione per parlare proprio dell’iter per il gemellaggio, che andrebbe ad arricchire quello già presente a Fucecchio con le città di Nogent Sur Oise, sempre in Francia.
UN NUOVO TETTO PER LA CHIESA FRANCESCANA
A breve, si pensa prima dell’estate, i fucecchiesi vedranno la chiesa trasformarsi in un grande cantiere. Con un progetto di circa 90mila euro, di cui la metà stanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato e la restante parte dal programma Art Bonus grazie ad alcuni benefattori della città, si darà avvio ai lavori di sistemazione di tutte le coperture della chiesa. Il problema più grande è rappresentato infatti dalle infiltrazioni d’acqua in più punti della copertura che hanno compromesso la stabilità del’intonaco del contro soffitto. Per questo negli anni passati l’intonaco del soffitto era stato completamente raschiato portando alla luce un particolarissimo controsoffitto in canniccio del padule. Sebbene l’impatto estetico sia oggi di una certa particolarità il canniccio verrà ricoperto con uno speciale intonaco leggero dopo che il tetto verrà sistemato con la completa impermeabilizzazione. Il Comitato e l’amministrazione comunale dovranno impegnarsi poi nella seconda fase dei lavori, relativa agli interni dell’aula di culto. Dall’impianto elettrico al risanamento dall’umidità di risalita, sino alla sistemazione della cappella di San Teofilo e al grandioso organo a canne. Nei prossimi mesi, inoltre, anche i frati minori dovrebbero giungere ad un accordo con un’associazione fucecchiese per l’utilizzo dei locali di proprietà dell’ordine francescano. Si spera in questo modo di dare avvio a una nuova stagione per il grandioso complesso, mantenendo ferma la finalità di accoglienza della struttura.
PONSACCO - Venerdì 27 maggio Roberto Volpi ha presentato al “Meliani”, su iniziativa del Centro G. La Pira, il suo libro “La sparizione dei Bambini Down”. L’autore ha parlato, con dovizia di dati, di una vera ecatombe in Europa e in Italia, dove a parità di nascite di due bambini Down, che nascevano trent’anni fa, oggi ne nasce meno di uno. Abortiti e dimenticati non appena amniocentesi e villocentesi hanno appurato la presenza di un cromosoma in più. Il libro denuncia l’evidente contraddizione della società attuale che ricorre all’interruzione di gravidanza per non far nascere i concepiti con Trisomia 21 (la sindrome di Down), quando la loro speranza di vita sfiora i sessant’anni - traguardo ritenuto impossibile pochi decenni fa – e soprattutto le loro condizioni di vita sono radicalmente migliorate. Sono autonomi in tutto e mostrano grande voglia di fare. Molti di loro lavorano, non solo in ambiti protetti, per cui è marginale la quota di quelli che sono costretti a vivere tra le mura domestiche.
Leggi tutto...QUERCE- Ed eccoci qua! Cresimati, colmi di spirito santo e pronti per entrare in modo definitivo nella comunità della chiesa. Prima di questo importante passo, un paio di settimane prima, il nostro catechista Nicola ci presentò un ragazzo sulla trentina .Nessuno di noi cresimanti sapeva chi era e che ci faceva lì nel nostro ritiro prima della cresima .
Dopo le presentazioni, Nicola ci spiegò che quella persona era vicino alla Comunità di Nuovi Orizzonti (http://www.nuoviorizzonti.org/).Era lì per raccontarci la sua vita dopo aver scoperto che Gesù lo amava più di ogni altra cosa.
Non aveva avuto di sicuro un’ infanzia felicissima, con il padre e la madre sempre in conflitto tra di loro, cosa che lo portò ad perseguire una vita piena di false certezze, piena di false libertà che trovavano sfogo per esempio nell’ubriacarsi, per riempiere un vuoto lasciato dai genitori che nessun altro se non Gesù poteva colmare; fino a che non conobbe un gruppo di giovani come lui, che avevano una caratteristica unica, la gioia sul volto, la gioia di coloro che hanno un tesoro immenso e te lo vogliono donare. Persone che hanno sperimentato il buio, la discesa agli inferi, l’oscurità e la solitudine più profonda ma che poi ne sono usciti grazie a Gesù. Chi donava a loro questa gioia? Decise di seguirli…di conoscerli e non li ha più lasciati…scoprendo Gesù.
LECCETO - "La Chiesa è costituzionalmente sinodale”, alla luce di queste parole di papa Francesco, il clero della diocesi di San Miniato si è riunito per la tradizionale “due giorni” di riflessione, confronto e preghiera. Il vescovo Andrea ha convocato i sacerdoti e i diaconi sanminiatesi all’eremo di Lecceto (Malmantile) gli scorsi 30 e 31 maggio. Al centro della meditazione e della discussione il tema delle unità pastorali e del “camminare insieme”, la sinodalità appunto.
Ad introdurre la riflessione è stato invitato don Dario Vitali, docente di Ecclesiologia e direttore del Dipartimento di Teologia dell’Università Gregoriana. Nella sua relazione, don Vitali ha sottolineato la “mutua interiorità” fra Chiesa universale e Chiesa particolare o locale (la Diocesi). Non c’è una precedenza della prima rispetto alla seconda: si tratta di due facce della stessa moneta.
Come definito dalla Costituzione dogmatica Sacrosanctum Concilium al n. 42, la manifestazione precipua della Chiesa si ha quando il popolo si riunisce nella Cattedrale intorno all’unico Altare, con il Vescovo, che è principio di unità della Chiesa particolare, e il suo Presbiterio. In questa dimensione territoriale devono radicarsi anche quelle realtà che, per loro natura, hanno un respiro universale, come gli Ordini religiosi e i Movimenti ecclesiali, ognuno con il proprio dono e carisma da condividere.