«Ha tolto un peso ai suoi cari, anch’io farei lo stesso». Questa frase non è la prima volta che la sento o leggo e impone una riflessione, al di là della posizione pro life o pro choice. Fino a che punto è libera una persona che sceglie di morire sentendosi un peso per gli altri? Quanto è libera una società che fa sentire chi è in difficoltà un ostacolo sociale? E’ dunque libertà? Il punto è: introdurre l’eutanasia alimenterebbe questa cultura dello scarto, dell’altro come  «peso inutile e gravoso»?  Secondo me sì, tale mentalità verrebbe legittimata. Una libertà solo apparente.

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DALLA DIOCESI - Questa Associazione ritiene assolutamente inaccettabile l’indizione di concorsi e la stipula di contratti a tempo indeterminato per il ruolo sanitario, ponendo tra i requisiti concorsuali la clausola «non obiettori».
Il management sanitario che governa attualmente le Aziende Sanitarie ottempera le sue esigenze applicando clausole contrattuali con la coercizione delle coscienze a tempo indeterminato, con la minaccia di licenziamento nel caso di inadempienza contrattuale, ovviamente al fine di evitare che i medici, una volta assunti, possano diventare obiettori di coscienza.
Nella disperazione che affligge il mondo dei giovani medici disoccupati, questa discriminazione è una spinta inaccettabile ad appannare le coscienze ed accettare contratti per bisogno economico.
I medici cattolici condannano tali atteggiamenti discriminatori giudicandoli ingiustamente punitivi per la larga schiera di medici in attesa di una sistemazione lavorativa.
Questa Associazione evidenzia che attuando la delibera si crea un precedente pericoloso in quanto si introduce un aspetto etico nei requisiti di reclutamento del personale che invece devono avere soltanto una dimensione professionale.
I Medici cattolici sono da sempre per la tutela del diritto alla libera determinazione di tutti e l’accesso di tutti al libero impiego, e respingono ogni discriminazione generalizzata che va a determinare anche una marginalizzazione dei medici nel sistema sanitario.
I medici cattolici salvaguardano in ogni sede la deontologia della professione medica, alla quale va garantita la libera scelta di coscienza, libera da condizionamenti e da discriminazioni.
Per contrastare il dramma dell’aborto, si deve, ancora una volta, chiedere che siano finalmente applicati quei punti della legge 194/78, finora completamente disattesi (per es. la prevenzione), in favore della donna per “aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza”, che è lo spirito di una legge che nel suo titolo parla di “tutela sociale della donna” in nome del rispetto della vita umana.

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DALLA DIOCESI - La decisione della Regione Lazio di bandire una selezione di medici «abortisti» per le corsie dell’ospedale San Camillo ha riproposto il tema della legge 194/79 sull’interruzione volontaria di gravidanza.
Un fatto grave, discriminatorio, che mette in discussione l’isituto dell’obiezione di coscienza. Ne abbiamo parlato con il dottor Giovanni Belcari, giovane medico del 118 che lavora nel territorio diocesano.

Come medico cattolico, cosa pensa del caso “San Camillo”?
Il caso San Camillo rappresenta uno scandalo sotto ogni profilo: legale, sanitario, sociale. Scandalo sociale, perchè ci fa capire a quale livello la Salute amministrata da direttori sanitari di nomina politica sia arrivata: il concorso è stato proposto da un direttore sanitario nominato da una amministrazione regionale, concorso reinoltrato alla stessa regione, che lo ha poi approvato. Schema perfetto, per farci capire lo stato di stretta dipendenza tra salute e politica.
Scandalo sanitario perchè si fa un concorso aperto solo a non obiettori, invocando una presunta «emergenza abortiva», in un Paese in cui ogni anno ci sono più decessi che nascite, e nel quale ogni anno ci sono 100.000 aborti. Il direttore generale del San Camillo farebbe bene a studiare i dati ISTAT sugli aborti in Italia e a dirci quanti aborti vengano effettuati in Lazio e nella sua azienda in particolare prima di propinarci tali stupidaggini.
Da un punto di vista legale lo stesso direttore generale, e la Regione che lo ha appoggiato, hanno commesso una disciminazione impossibile da tollerare, un vero e proprio obbrobrio medico legale: pensate a cosa sarebbe successo se il concorso avesse previsto posti solo per «obiettori di coscienza»! Bene ha fatto l’Ordine dei medici locale a contrapporvisi in toto: la Legge si rispetta sempre, non lo si fa solo quando conviene. La 194 prevede l’obiezione di coscienza. In uno stato di diritto le leggi si rispettano in toto. Non nella percentuale in cui la propria percezione individuale, o il proprio partito, ci suggerisce. E la legge si rispetta anche se si è un direttore generale di un ospedale, specie se si è un Presidente di regione. La Legge è uguale per tutti.

Qual è il ruolo della coscienza nella sua professione?

La coscienza nella professione medica è tutto. È la luce che illumina la conoscenza. A tutti gli attacchi, specie di chi oggi vorrebbe il medico come mero esecutore, e latore di un sapere esclusivamente tecnico, ricordo che al medico, dal Quarto secolo avanti Cristo, si insegna ad operare in “scienza e coscienza”. Se qualcuno con una tessera di partito oggi si illude di trasformare secoli di tradizione, insegnamenti, etica medica, togliendo l’anima stessa all’opera di un medico, resterà deluso.

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È entrato nella fase finale il progetto «Sanità opportunità», finanziato dalla Regione Toscana, e promosso dall’Istituto E. Santoni di Pisa, dalla Fondazione “Madonna del soccorso”di Fauglia in collaborazione con la Coop. Sociale Paim di Cascina, la RSA Villa S. Caterina del Calambrone e la Bioagrifood di Pontedera (Pi) oltrechè sostenuto da numerosi soggetti istituzionali e non quali l’Amministrazione Comunale di Fauglia e Castelfranco di sotto, la Cisl di Pisa ed altri ancora. I ragazzi delle classi quinte dell’indirizzo servizi socio-sanitari dell’Istituto E. Santoni, dopo un periodo di formazione ricevuta in classe ad opera del personale della Fondazione «Madonna del soccorso» ONLUS, sono stati presenti nelle strutture socio-sanitarie della medesima Fondazione per svolgere attività di alternanza Scuola-lavoro al servizio dei nonni con grande impegno e capacità.

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DALLA DIOCESI - Si celebra oggi, domenica 15 gennaio 2017, la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Papa Francesco al messaggio scritto per l’occasione ha dato un titolo altamente significativo "Migranti minorenni: vulnerabili e senza voce". Quello dei minori non accompagnati arrivati in Italia attraverso le rotte del mar Mediterraneo è stato un fenomeno costante negli sbarchi che si sono susseguiti in quest’anno sulle nostre coste. E purtroppo tra il gennaio e il giugno 2016 ben 5222 minori stranieri non accompagnati sono stati dichiarati "scomparsi".
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